“A volte chiamiamo noia quella pace che il nostro cuore non ha mai imparato a meritare.”
Ralph WaldEnea Valori, – psiconeurologo e
Quando l’Amore Non Fa Male. Perché la pace ci spaventa più del caos?
Dopo anni di ascolto, con l’onore di aver accompagnato molte persone nei loro percorsi, mi rendo conto di come una delle trappole più invisibili — e più dolorose — dell’amore sia la confusione tra pace e noia.
Spesso accade che si incontri una persona che ci rispetta, ci ascolta e ci accoglie perchè andiamo benissimo così. Una realzione dove non vi è nulla da combattere, nulla da conquistare. Una relazione dove il cuore potrebbe finalmente riposare. Ma invece… ci si sente irrequieti, vuoti, disorientati. Quasi “spenti”.
“È davvero noia, o è la tua ferita che non riconosce un amore che non ti ferisce?”
La tensione emotiva a cui siamo abituati
Se nelle nostre storie d’amore (qualunque tipo d’amore: genitoriale, amicale, romantico…) ci sono stati più momenti di rincorsa, attesa, briciole di attenzione da mendicare, conflitto e passione infuocata… allora una relazione stabile, senza altalene, senza montagne russe di emozioni, dove siamo riconosciuti e rispettati, può sembrarci piatta, poco appagante. Ma non lo è.
È solo che il nostro sistema nervoso — abituato all’allarme — non sa ancora distinguere la calma dalla disconnessione. Ecco perché un amore sano può sembrare freddo se dentro di noi l’unico amore conosciuto è stato una lotta continua per esistere, sopravvivere, essere ricambiati.
Neurochimica della dipendenza affettiva
Le emozioni intense legate all’instabilità, al senso di pericolo e alla conquista, attivano nel cervello circuiti dopaminergici simili a quelli della dipendenza.
Il cortisolo (ormone dello stress) e l’adrenalina diventano i nostri compagni invisibili, e senza di loro ci sentiamo “spenti”.
La tranquillità, quindi, non è noia: è disintossicazione. Ma il processo di disintossicazione può fare paura. Ci mette a confronto con un vuoto che non è il segno della fine dell’amore, ma l’inizio della guarigione.
Il dolore che confondiamo con amore
Molte persone non fuggono dall’amore.
Fuggono dalla calma.
Perché quando il cuore ha imparato a sentire solo nel dolore, allora la quiete viene scambiata per assenza di vita. Ma è solo assenza di ferita.
Ecco perché, in terapia, spesso diciamo: “Non è l’amore che manca. È solo sparita l’adrenalina del dolore.”
Cosa fare quando la pace ti sembra vuota
Riconosci la ferita: ammettere che la percezione dell’amore è stata modellata dal dolore può essere triste e generare timore, ma ci permette di ricostruire per iniziare il processo di guarigione.
Accetta la disintossicazione emotiva: il tuo sistema nervoso sta imparando a stare senza picchi.
Coltiva nuove associazioni: impara che amore può voler dire calma, sicurezza, nutrimento.
Fermati e respira nella calma: la quiete può essere un terreno fertile, non un vuoto.
Calma, sicurezza e nutrimento: la gioia che nasce piano
All’inizio, la calma può sembrare vuota. La sicurezza, noiosa. Il nutrimento, poco eccitante.
Eppure, è da lì che, lentamente, sboccia la gioia autentica — quella che non ha bisogno di picchi emotivi per farsi sentire qualcosa, ma una gioia attiva, costante che ci riempie e ci nutre.
Quando una relazione ci offre sicurezza, il sistema nervoso si rilassa.
Il corpo esce dall’allerta, si regola, si apre. In quello spazio libero dalla minaccia, emergono emozioni nuove: non esplosive, ma profonde. Non teatrali, ma piene, appaganti e durature.
La calma è il terreno fertile per l’intimità.
In assenza di paura, possiamo davvero mostrarci e sentirci gratificati di essere. Non più trattenuti dal bisogno di difenderci o di rincorrere l’altro, possiamo finalmente essere, vivere, sentire. E in questo essere, sboccia la connessione, connessione mentale, fisica, emotiva.
La sicurezza permette l’espansione.
Quando smettiamo di temere l’abbandono, di sentireci in un conflitto costante, di non percepire che andiamo bene come siamo, finalmente possiamo dedicarci a crescere, a creare, a condividere davvero.
Il tempo condiviso non è più consumato dalla tensione, ma generativo, per noi stessi e per gli altri.
Il nutrimento crea memoria emotiva positiva.
I piccoli gesti, le attenzioni costanti, il sapere che si è pensati anche quando non si è presenti: tutto questo nutre i circuiti cerebrali dell’attaccamento sicuro. E nel tempo, costruisce un senso di gioia stabile, sottile, ma profonda.
La vera felicità relazionale non urla. Respira. Non abbaglia. Illumina.
Nel lungo periodo, queste esperienze diventano la base sicura da cui nasce la gratitudine, la leggerezza, la tenerezza — emozioni forse meno scenografiche, ma molto più sane e durature. Emozioni che fanno bene al corpo, al cuore e al cervello.
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È nella calma che il cuore impara a non confondere amore e sopravvivenza
“L’amore vero non accende fuochi per farti bruciare, ma accoglie la tua pelle stanca e la insegna a riposare”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/06/cuore-immerso-nella-quiete.jpg8521280Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-10-15 09:09:002025-07-10 09:08:04Quando l’Amore Non Fa Male: perché la pace ci spaventa più del caos
“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In quello spazio risiede il nostro potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta risiede la nostra crescita e la nostra libertà.“
Viktor Frankl – psichiatra, neurologo
Imparare a regolare le emozioni da adulti: è possibile e fondamentale per il benessere psicologico
Molte persone arrivano all’età adulta senza aver mai realmente imparato a regolare le proprie emozioni. Se da bambino non hai avuto l’opportunità di sviluppare una buona consapevolezza emotiva — magari a causa di un ambiente familiare disfunzionale, di traumi o semplicemente per la mancanza di una guida emotiva — potresti ritrovarti spesso sopraffatto da emozioni intense come ansia, rabbia, vergogna, oppure al contrario sentirti spento, apatico, disattivato.
Ma la buona notizia è che regolare le emozioni si può imparare, anche da adulti. Questo è uno degli obiettivi principali delle sedute psicologiche. Tuttavia, con alcune buone pratiche quotidiane, puoi iniziare fin da subito a costruire una relazione più sana con il tuo mondo emotivo.
Cosa significa “regolare le emozioni”?
Regolare le emozioni non significa reprimere ciò che senti, né tantomeno vivere in uno stato di calma apparente e forzata. Significa piuttosto essere consapevole di ciò che stai provando, istante per istante, e riuscire a rimanere in una “finestra di tolleranza” in cui le emozioni possono essere accolte, comprese e attraversate senza perdere il contatto con te stesso e con la realtà.
È la capacità di restare presente, lucido e centrato anche nelle difficoltà. È un’abilità che si coltiva, giorno dopo giorno, e che può trasformare radicalmente la qualità della tua vita, delle tue relazioni e delle tue scelte.
Primo passo: ascolta il tuo corpo
Le emozioni si manifestano nel corpo prima ancora che nella mente. Impara a chiederti più volte al giorno:
“Come mi sento adesso?”
“Il mio corpo è teso o rilassato?”
“Mi sento agitato o spento?”
“Cosa è successo poco prima che mi sentissi così?”
Questo tipo di auto-monitoraggio emotivo è fondamentale per cominciare a distinguere gli stati in cui sei dentro la tua finestra di tolleranza (calma, presenza, curiosità) e quelli in cui ne sei fuori (iper-attivazione o spegnimento).
Regolatori emotivi: quelli utili e quelli rischiosi
Per far fronte allo stress o alle emozioni intense, tutti — consciamente o inconsciamente — utilizziamo dei regolatori emotivi. Alcuni sono chiamati “regolatori di sopravvivenza”, perché offrono un sollievo immediato ma hanno effetti collaterali importanti sul lungo termine. Tra questi troviamo:
Fumo
Alcol
Cibo in eccesso o disordinato
Scroll infinito sui social o smartphone
Shopping compulsivo
Questi strumenti sono comprensibili, soprattutto quando non se ne conoscono altri, ma è fondamentale non abusarne, perché portano a un impoverimento del benessere psicologico e fisico nel tempo.
Regolatori emotivi nutrienti: il vero cambiamento
La chiave sta nel sostituire i regolatori disfunzionali con regolatori emotivi nutrienti: attività semplici, sane e personalizzate che ti aiutano a rientrare in uno stato di calma e sicurezza senza effetti collaterali negativi.
Eccone alcuni esempi:
Fare una passeggiata all’aria aperta
Esporsi al sole e sentire il calore sulla pelle
Bere una bevanda calda lentamente
Accarezzare il tuo animale domestico
Ricevere o chiedere un abbraccio sincero
Fare un bagno caldo o una doccia rilassante
Ascoltare musica che ti calma
Correre o praticare sport
Respirare profondamente per 2-3 minuti
Ognuno deve trovare i propri. La regolazione emotiva è personale, e ciò che funziona per qualcuno può non funzionare per te. Il compito è osservarsi, sperimentare e riconoscere cosa davvero ti aiuta a ritrovare stabilità.
Conclusione
Non devi fare tutto da solo. La terapia è uno spazio sicuro in cui puoi esplorare le tue emozioni, comprendere i meccanismi automatici appresi nel passato e imparare nuove modalità di relazione con te stesso. La regolazione emotiva è un processo che richiede tempo, ma porta benefici profondi: più lucidità, più libertà, più autenticità.
RIASSUNTO: Regolatori Emotivi Nutrienti: idee per ritrovare calma e presenza
Quando ti senti sopraffatto o disconnesso da te stesso, prova una di queste azioni. Non tutte funzionano per tutti: sperimenta e scopri ciò che è davvero nutriente per te.
Attività fisiche leggere
Camminare lentamente all’aperto
Correre o fare attività sportiva moderata
Fare stretching consapevole o yoga dolce
Stimoli sensoriali calmanti
Bere una bevanda calda o fredda lentamente
Fare una doccia o un bagno caldo
Accarezzare il tuo animale domestico
Tenere tra le mani un oggetto morbido o rilassante
Connessione e relazione
Chiedere un abbraccio sincero
Parlare con una persona di fiducia
Scrivere ciò che provi in un diario emotivo
Contatto con la natura
Esporsi al sole per qualche minuto
Sedersi su una panchina e osservare il paesaggio
Camminare a piedi nudi sull’erba o sulla sabbia
Tecniche di consapevolezza
Respirazione diaframmatica (3 minuti)
Esercizio dei 5 sensi: cosa vedi, senti, tocchi, gusti, annusi?
Ascoltare musica rilassante con attenzione
Tieniti una lista personale dei tuoi regolatori efficaci, come un piccolo “kit di emergenza emotiva”. Scrivili, sperimentali, rendili tuoi.
“Le emozioni irrisolte non scompaiono. Vengono sepolte vive e riemergono sotto forma di comportamenti disfunzionali.”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/05/ascolto-interiore-1.jpg8531280Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-09-10 21:41:002025-05-16 13:36:34Imparare a regolare le emozioni da adulti: è possibile e fondamentale per il benessere psicologico
“La felicità è folgore, la gioia luce: perciò non si può vivere nella felicità, ma si può vivere nella gioia”
Maura Del Serra – drammaturga
Gioia o Felicità… istinto o allenamento? Le 10 Regole:
La felicità è il desiderio comune di tutti, un viaggio verso la serenità e la gioia che tutti vorremmo compiere.
Come dice Maura Del Serra, “La felicità è come un seme, la gioia è il suo fiore luminoso”.
Ma come possiamo trovare questa gioia nella nostra vita quotidiana? e la si trova per istinto, per fortuna o per allenamento?
Jacinto Benavente scrive: “Molti pensano che avere talento sia una questione di fortuna; a nessuno viene in mente che la fortuna possa essere una questione di talento”. E il talento può essere il vivere con gioia: ambedue si possono costruire consapevolmente.
Obiettivo e stato d’animo
La gioia non è solo un obiettivo da raggiungere, ma uno stato d’animo da coltivare ogni giorno. Ecco alcune regole che le persone felici seguono per vivere una vita piena di serenità e soddisfazione:
Consapevolezza dei Valori: Le persone felici conoscono i propri valori e organizzano la propria vita intorno ad essi. Sanno cosa li rende veramente felici e dedicano tempo alle attività che li appagano.
Apprendere dagli Errori: Le persone felici non temono gli errori, ma imparano da essi. Capiscono che ogni errore è un’opportunità di crescita e sviluppo personale.
Non Preoccuparsi del Giudizio altrui: Le persone felici vivono autenticamente, senza preoccuparsi di ciò che gli altri pensano di loro. Liberano energia preziosa concentrandosi su ciò che è veramente importante per loro.
Gratitudine: Le persone felici apprezzano ciò che hanno e trovano gioia nelle piccole cose della vita. La gratitudine porta soddisfazione e apre la strada a ulteriori momenti di gioia.
Vivere nel Presente: Le persone felici accettano il passato e vivono nel presente. Non rimuginano sui rimpianti o sulle opportunità mancate, ma si concentrano sul qui e ora.
Dire “No” con Fiducia: Le persone felici sanno quando dire di no. Capiscono che non è possibile accontentare tutti e si concentrano sulle cose che sono veramente importanti per loro.
Focalizzarsi sull’Essenziale: Le persone felici non si preoccupano delle cose che non possono controllare. Si concentrano sulle loro azioni e sulle loro reazioni, lasciando andare ciò che è al di fuori del loro controllo.
Liberarsi dalla Rabbia: Le persone felici non permettono alla rabbia di prendere il sopravvento. Capiscono che trattenere la rabbia è dannoso per la propria salute mentale e cercano modi positivi per gestirla.
Non Essere il Centro dell’Universo: Le persone felici comprendono che il mondo non ruota attorno a loro. Accettano che non tutto dipende da loro e si liberano dal peso dell’autoreferenzialità.
Essere Proattivi: Le persone felici agiscono per raggiungere i propri obiettivi. Non aspettano passivamente che le cose accadano, ma si impegnano attivamente per realizzare i propri sogni.
Conclusioni
La gioia è una scelta che facciamo ogni giorno. Non è un obiettivo distante da raggiungere, ma piuttosto imo stato d’nimo da coltivare quotidianamente, è la scelta consapevole di vivere con gratitudine, positività e autenticità
Se sei pronto a intraprendere il tuo viaggio verso la gioia personale ti invito a iniziare da qui. Scegli di celebrare ogni passo verso una vita più piena e soddisfacente.
“Tutti gli essere umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione, bisogna cominciare col capire che cosa si intende per felicità”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/02/IMG_20220611_173915_246.jpg11811181Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-07-02 09:09:002025-07-10 15:42:00Gioia o Felicità… istinto o allenamento? Le 10 Regole:
“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene.”
Virginia Woolf – scrittrice, saggista – Tratto da “UnaUna stanza tutta per sé”
L’Influenza dell’Alimentazione sulla Psicologia
L’Alimentazione ha un’influenza sulla nostra psicologia e sul nostro cervello?
L’alimentazione svolge un ruolo cruciale non solo nel mantenere la nostra salute fisica, ma anche nel plasmare il nostro benessere mentale e emotivo.
Questa connessione profonda tra ciò che mangiamo e il nostro stato psicologico è supportata da una vasta gamma di evidenze scientifiche che dimostrano l’importanza di una dieta equilibrata per una mente sana.
Effetti Neurochimici dei Nutrienti
Uno dei modi principali attraverso cui l’alimentazione influenza la psicologia è attraverso gli effetti neurochimici dei nutrienti che assumiamo.
Il cibo che mangiamo fornisce i mattoni di base per la produzione di neurotrasmettitori, sostanze chimiche del cervello che influenzano l’umore, il comportamento e le funzioni cognitive.
Aminoacidi, come ad esempio il triptofano, presente in alimenti quali tacchino, pesce e latte, sono precursori della serotonina, un neurotrasmettitore associato al buon umore e alla regolazione dell’umore.
Allo stesso tempo, la carenza di nutrienti chiave come le vitamine del gruppo B, il magnesio e gli acidi grassi omega-3 può influenzare negativamente la produzione di neurotrasmettitori, compromettendo così il nostro benessere mentale.
Ruolo degli Ormoni e dell’Infiammazione
Inoltre, l’alimentazione può influenzare gli ormoni che regolano l’umore e lo stress.
Ad esempio, un’elevata assunzione di zuccheri semplici può portare a picchi e cali dell’insulina nel sangue, provocando sintomi di instabilità emotiva come irritabilità e fatica.
L’eccesso di zuccheri può anche contribuire alla resistenza insulinica, un fattore di rischio per la depressione e l’ansia.
Un altro aspetto cruciale è il ruolo dell’alimentazione nell’infiammazione corporea.
Alcuni alimenti, come quelli ad alto contenuto di zuccheri aggiunti e grassi saturi, possono contribuire all’infiammazione cronica nel corpo, che è stata associata a una serie di disturbi dell’umore, tra cui depressione e ansia.
Al contrario, una dieta ricca di alimenti anti-infiammatori come frutta, verdura e alimenti ricchi di omega-3 può aiutare a ridurre l’infiammazione e promuovere il benessere mentale.
Salute Intestinale e Microbiota
Inoltre, l’alimentazione ha un impatto significativo sulla salute intestinale e sulla composizione del microbiota intestinale.
Il microbiota intestinale, composto da trilioni di microrganismi che vivono nel nostro intestino, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’umore e del comportamento.
Una dieta equilibrata che sostiene la salute intestinale con alimenti ricchi di fibre, probiotici e prebiotici può favorire la crescita di batteri intestinali benefici, che a loro volta possono influenzare positivamente la nostra salute mentale.
Interazione tra Stato Mentale e Alimentazione
Infine, c’è una relazione bidirezionale tra il nostro stato mentale e il nostro comportamento alimentare.
Lo stress, l’ansia e la depressione possono influenzare il nostro appetito e le nostre scelte alimentari, portando a un aumento del consumo di cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi, che a loro volta possono influenzare negativamente il nostro umore e la nostra energia.
In conclusione…
In conclusione, l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nella modulazione del nostro benessere mentale e emotivo attraverso una serie di meccanismi complessi.
Adottare una dieta equilibrata, ricca di cibi integrali, frutta, verdura, proteine magre e grassi sani, può essere un modo efficace per sostenere la salute mentale e promuovere una mente sana e felice
“La scoperta di un nuovo piatto è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella.”
Anthelme Brillat – politico e gastronomo francese.
“Le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e obbediamo loro senza saperlo”
Vincent Van Gogh – pittore
Gestire le Emozioni: Ciò che Possiamo Controllare Davvero
Le emozioni fanno parte della nostra vita quotidiana e spesso sentiamo dire che dovremmo “imparare a gestirle”. Ma cosa significa davvero? È possibile controllare le emozioni oppure ciò che possiamo regolare sono i comportamenti che ne derivano?
Le Emozioni Sono Molecole, i Comportamenti Sono Scelte
Le emozioni non sono buone o cattive, belle o brutte, positive o negative: sono semplicemente il risultato di processi biochimici nel nostro cervello. Ansia, piacere, gioia, tristezza e felicità sono risposte naturali a ciò che viviamo. Non possiamo impedirci di provare un’emozione, perché fa parte della nostra natura umana.
Secondo uno studio pubblicato su *Nature Reviews Neuroscience* (Barrett, 2017), le emozioni emergono da complessi processi cerebrali che coinvolgono la corteccia prefrontale, l’amigdala e il sistema limbico. Queste risposte biochimiche sono automatiche e spesso al di fuori del nostro controllo consapevole.
Quello che invece possiamo fare è imparare a gestire i comportamenti che nascono da queste emozioni. Ad esempio, provare rabbia è inevitabile, ma possiamo scegliere se reagire con aggressività o con assertività.
“Ho fatto un patto sai, Con le mie emozioni Le lascio vivere, E loro non mi fanno fuori”
Vasco Rossi
Come Gestire i Comportamenti Legati alle Emozioni
Piuttosto che reprimere le emozioni, possiamo imparare a riconoscerle e a gestire i comportamenti conseguenti. Ecco alcuni passi utili:
1. Riconoscere l’Emozione
Il primo passo è diventare consapevoli di ciò che proviamo. Chiedersi: “Cosa sto provando in questo momento?” aiuta a separare l’emozione dall’azione
2. Dare un Nome all’Emozione
Etichettare le emozioni riduce la loro intensità e ci permette di osservarle senza esserne sopraffatti. Uno studio di Lieberman et al. (2007) ha dimostrato che nominare un’emozione attiva la corteccia prefrontale, riducendo l’attivazione dell’amigdala, responsabile delle risposte emotive intense.
3. Osservare i Pensieri e le Reazioni
Spesso non è l’emozione in sé a crearci difficoltà, ma il modo in cui la interpretiamo. Ad esempio, provare ansia prima di un evento importante è normale, ma pensare “fallirò sicuramente” amplifica il disagio. La Terapia Cognitivo-Comportamentale (Beck, 1976) aiuta a modificare questi schemi di pensiero disfunzionali.
4. Scegliere una Risposta Adeguata
Possiamo decidere come comportarci di fronte a un’emozione. Se ci sentiamo tristi, possiamo scegliere di isolarci oppure di cercare il supporto di una persona cara. Strategie come la Mindfulness (Kabat-Zinn, 1990) sono
L’Impatto della Gestione dei Comportamenti sulla Vita Quotidiana
Imparare a gestire le risposte alle emozioni porta a relazioni più sane, decisioni più consapevoli e maggiore benessere psicologico. L’obiettivo non è eliminare le emozioni, ma sviluppare strategie per rispondere in modo più funzionale.
Uno studio condotto da Gross (1998) ha dimostrato che la regolazione delle emozioni attraverso strategie adattive, come la rivalutazione cognitiva, è associata a una maggiore resilienza e benessere psicologico.
Conclusione
Le emozioni non si controllano, ma possiamo scegliere come reagire ad esse. La vera gestione emotiva consiste nel riconoscere ciò che proviamo e modificare i comportamenti che ne derivano per migliorare la nostra qualità di vita.
“L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/03/emozioni-1.png218851Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-21 09:09:002025-04-16 17:17:12Gestire le Emozioni: Ciò che Possiamo Controllare Davvero
“Commetti il più vecchio dei peccati nel più nuovo dei modi”
William Shakespeare – drammaturgo e poeta
Sesso Lento: Riscoprire il Piacere e la Connessione Profonda
Cos’è lo Sesso Lento?
Nella cultura occidentale, spesso il modo in cui facciamo l’amore rispecchia il ritmo frenetico in cui viviamo: rapido e senza tempo per vivere appieno il piacere.
Il sesso lento ci invita a rallentare e a concederci il tempo necessario per connetterci profondamente al nostro corpo e a quello del partner.
Questo approccio ci incoraggia a concentrarci sulle sensazioni interiori, creando un’esperienza più profonda e duratura di piacere, sperimentando il coinvolgimento di tutti i sensi
I Benefici dello Sesso Lento
La pratica del sesso lento consente ai partner di entrare in un contatto più autentico con il proprio corpo, ma anche di ascoltare e rispettare i desideri reciproci. Presenza, lentezza e delicatezza sono le parole chiave per imparare questa forma di sessualità. In questo processo, anche i preliminari, lo sguardo, le parole, e il tocco sono essenziali per una vera esperienza di intimità.
Il sesso lento aumenta l’intensità del piacere e migliora l’intesa con il partner.
La consapevolezza durante il rapporto sessuale stimola la corteccia prefrontale del cervello, migliorando l’autoconsapevolezza e riducendo le distrazioni. Inoltre, attiva il sistema nervoso parasimpatico, favorendo il rilassamento e incrementando il piacere.
Rallentare per una Connessione più Profonda
Il sesso rapido ed episodico, focalizzato principalmente sulla penetrazione e sull’orgasmo, può spesso portare a insoddisfazione sessuale, per lo più nel genere femminile
Al contrario, nel sesso lento, ci si concentra sulle sensazioni, sull’esplorazione reciproca, senza fretta di raggiungere il picco del piacere.
L’orgasmo non è l’obiettivo primario, ma una delle possibili esperienze che arricchiscono il viaggio sensoriale.
Vantaggi del Sesso Lento
Il sesso lento permette di esplorare zone erogene spesso trascurate, come il collo, la parte interna dei polsi, e la parte bassa della schiena, che sono ricche di terminazioni nervose.
Queste aree, se stimolate con un tocco delicato, possono amplificare l’eccitazione e intensificare il piacere. Inoltre, il sesso lento non è solo fisico, ma un approccio olistico che dà priorità alla connessione emotiva e alla consapevolezza.
Lentamente, i partner possono scoprire nuove modalità di piacere, riscoprendo il valore della carezza, del bacio prolungato, e della connessione emotiva durante ogni fase dell’incontro intimo.
Rallentare per Risvegliare la Sessualità
Il sesso lento può essere particolarmente utile per coppie che sperimentano disfunzioni sessuali (come eiaculazione precoce, anorgasmia o disturbi erettivi) o per chi desidera riaccendere il desiderio sessuale.
Spostando l’attenzione dal raggiungimento dell’orgasmo a un piacere più duraturo, si riscopre una nuova connessione erotica e si sviluppa una tensione sessuale quotidiana, che può essere mantenuta anche con poco tempo a disposizione.
L’Alchimia del Sesso Lento: Neurotrasmettitori e Ormoni in Gioco
Quando si pratica il sesso lento, una serie di ormoni e neurotrasmettitori vengono rilasciati nel corpo, giocando un ruolo fondamentale nel migliorare l’esperienza del piacere, favorendo il benessere e rafforzando il legame emotivo tra i partner.
Ecco alcuni degli ormoni e neurotrasmettitori che giocano un ruolo chiave:
Dopamina: Il neurotrasmettitore del desiderio, che si attiva durante l’attesa e l’esplorazione graduale del piacere.
Serotonina: Promuove la calma e l’appagamento emotivo, creando uno spazio sicuro per la connessione.
Ossitocina: L’ormone dell’amore, che si rilascia durante il contatto fisico prolungato, rafforzando il legame emotivo tra i partner.
Endorfine**: Agiscono come un analgesico naturale, riducendo lo stress e aumentando il benessere generale.
Approfondiamo il loro funzionamento e il modo in cui contribuiscono a creare una connessione più profonda e soddisfacente.
La Corteccia Prefrontale: Il Cervello e l’Attesa del Piacere
Nel sesso lento, non solo il corpo, ma anche la mente gioca un ruolo centrale.
La corteccia prefrontale, una delle aree più evolute del cervello, è responsabile di funzioni come l’autocontrollo, la pianificazione e la regolazione delle emozioni.
Quando rallentiamo, questa parte del cervello diventa particolarmente attiva, facilitando la consapevolezza e l’autocontrollo durante l’esperienza sessuale.
La corteccia prefrontale ci aiuta a concentrarci sul momento presente, a prestare attenzione a ogni tocco, ogni respiro, ogni sensazione. In un ambiente così consapevole, l’attesa stessa diventa parte integrante del piacere, e l’esperienza sessuale non si concentra solo sull’obiettivo finale (l’orgasmo), ma si estende a ogni fase dell’incontro intimo.
Questo tipo di concentrazione mentale fa sì che ogni momento diventi significativo, aumentando l’intensità del piacere.
Dopamina: Il Piacere dell’Attesa
La dopamina è uno dei neurotrasmettitori principali legati al desiderio e alla ricompensa. Quando rallentiamo e aumentiamo l’attesa nel sesso lento, la dopamina viene rilasciata in modo significativo. L’attesa stessa amplifica il desiderio, facendo crescere la tensione erotica tra i partner.
Questa sostanza chimica gioca un ruolo fondamentale nel ciclo del piacere, ed è spesso associata alla motivazione e alla gratificazione. Quando proviamo il desiderio, il nostro cervello libera dopamina, creando una sensazione di anticipazione che, nel caso del sesso lento, può aumentare la sensazione di piacere in modo più duraturo e profondo rispetto alla gratificazione immediata.
L’esperienza diventa quindi più emotiva e sensoriale, dando spazio all’eccitazione di essere in attesa di un piacere
Serotonina: La Calma nella Connessione
La serotonina, spesso definita l’ormone del “benessere”, è associata alla regolazione dell’umore e alla sensazione di calma e appagamento. Durante il sesso lento, i partner si concedono il tempo di connettersi emotivamente, di esplorare il corpo dell’altro con attenzione e senza fretta, creando uno spazio sicuro e rilassante.
La produzione di serotonina favorisce la sensazione di pienezza emotiva e soddisfazione che nasce dall’intimità profonda. In questo contesto, il sesso non è solo un atto fisico, ma un’esperienza che nutre anche il cuore e la mente, rendendo ogni tocco, bacio e sguardo un’espressione di amore e cura reciproca.
Inoltre, la serotonina gioca un ruolo importante nel rilassamento: più ci sentiamo sicuri e connessi con il partner, più è facile lasciarsi andare e godere del piacere senza ansia o preoccupazioni.
Ossitocina: Il Legame Profondo
Conosciuta anche come l’ormone dell’amore, l’ossitocina è una sostanza chimica fondamentale nella creazione di legami emotivi e affettivi. Viene rilasciata durante il contatto fisico, in particolare nei momenti di intimità come il bacio, l’abbraccio o il contatto pelle a pelle.
Nel sesso lento, l’ossitocina gioca un ruolo cruciale nel rafforzare il legame emotivo tra i partner. La produzione di ossitocina durante il contatto fisico prolungato favorisce un senso di connessione profonda, rendendo l’esperienza sessuale non solo un atto di piacere fisico, ma anche un atto di cura e intimità. È un ormonale che aiuta a rafforzare il legame tra i partner, rendendo l’intimità più sincera e genuina.
Quando la relazione si costruisce su una solida base di ossitocina, i partner si sentono più vicini e in sintonia, migliorando la qualità e la soddisfazione della relazione sessuale.
Endorfine: Il Piacere Naturale
Le **endorfine** sono neurotrasmettitori naturali che agiscono come **analgesici** naturali e sono direttamente collegate al piacere. Durante il sesso lento, l’intensificazione del piacere attraverso il tocco e l’esplorazione più attenta del corpo porta a un rilascio di endorfine, che riducono lo stress e migliorano il benessere fisico ed emotivo.
Le endorfine contribuiscono a creare una sensazione di euforia naturale e di appagamento che può durare anche dopo il termine del rapporto. Questo effetto “afterglow” è una delle ragioni per cui il sesso lento non solo migliora il piacere sessuale immediato, ma favorisce anche una sensazione di benessere a lungo termine.
I Punti Erogenei da Scoprire nel Sesso Lento
Nel sesso lento, non solo la penetrazione è importante, ma anche l’esplorazione di aree più sottili e sensibili del corpo. Ecco alcuni dei punti erogeni che meritano attenzione durante il rapporto:
Labbra e orecchie
Collo e nuca
Interno braccia e polsi
Zona lombare, interno coscia e retro ginocchia
Queste zone, quando toccate con delicatezza e intenzione, possono amplificare il piacere e creare una maggiore connessione tra i partner.
Ma ricordiamo sempre che ogni persona è diversa…..
Perché Scegliere il Sesso Lento?
Il sesso lento non è solo un atto fisico, ma un’opportunità per riscoprire il piacere autentico, che coinvolge corpo, mente ed emozioni. Concedersi il tempo di esplorare e connettersi consapevolmente con il partner crea uno spazio di intimità che nutre profondamente la relazione.
Rallentare non significa solo fare sesso, ma vivere un’esperienza che arricchisce la relazione, facendo dell’intimità un vero e proprio rituale.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Nel sesso lento, ogni tocco, bacio e carezza è accompagnato dal rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che favoriscono il piacere, la connessione e il benessere complessivo.
La corteccia prefrontale ci aiuta a rimanere presenti e consapevoli durante il processo, mentre sostanze come la dopamina, la serotonina, lossitocina e le endorfine amplificano l’esperienza sensoriale, creando una nuova dimensione di intimità.
Rallentando il ritmo e concentrandosi sul piacere e sulla connessione reciproca, possiamo trasformare il sesso in un’esperienza che nutre non solo il corpo, ma anche la mente e l’anima, migliorando la qualità della relazione e creando una base solida per un’intimità duratura.
Se desideri una sessualità più consapevole, il sesso lento è una pratica che può migliorare l’intimità, rafforzare la connessione con il partner e risvegliare nuove dimensioni di piacere.
È il momento giusto per riscoprire il piacere autentico e la bellezza di fare l’amore con calma e consapevolezza.
“Ci sono solo due cose che un uomo e una donna possono fare in un giorno di pioggia. E a me non piace vedere la televisione”
Carol Burnett – attrice, comica, conduttrice televisiva
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/sesso-lento.png5051186Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-14 09:00:002025-04-16 17:17:32Sesso Lento: Riscoprire il Piacere e la Connessione Profonda
“I due sessi non sono inferiori o superiori l’uno all’altro. Sono semplicemente diversi”
Gregorio Marañón – medico, scrittore e filosofo
Perché le donne non chiamano il carro attrezzi?
L’uguaglianza tra uomini e donne è fondamentale, ma questo non significa che abbiano le stesse abilità o che reagiscano agli eventi nello stesso modo. Le differenze tra i due sessi sono il risultato di millenni di evoluzione e si riflettono anche nelle situazioni quotidiane, come nel caso di un’auto in panne.
Differenze di comportamento tra uomini e donne
Differenze di comportamento tra uomini e donne: Uno studio sulle abitudini di uomini e donne ha evidenziato un dato interessante: quando la macchina si ferma improvvisamente, la maggior parte delle donne non chiama immediatamente il carro attrezzi: Prima effettuano altre telefonate, spesso a un familiare, al partner o a un’amica. Gli uomini, invece, contattano direttamente il meccanico o il servizio di soccorso stradale, e solo dopo avvisano eventuali conoscenti.
Ma perché questa differenza? La risposta sta nel modo in cui i cervelli maschile e femminile sono programmati per affrontare i problemi.
Condivisione vs. soluzione: due approcci diversi
Le donne tendono a essere orientate alla relazione, mentre gli uomini sono orientati all’azione. Questo schema si riflette anche nel modo in cui affrontano le difficoltà:
Le donne danno priorità alla condivisione del problema, a volte anche più della soluzione stessa. Parlare con qualcuno è per loro un modo per elaborare la situazione.
Gli uomini si focalizzano sulla risoluzione immediata del problema, spesso senza sentire il bisogno di discuterne con altri. L’obiettivo principale è trovare una soluzione nel minor tempo possibile.
L’origine evolutiva di questa differenza
Questa distinzione ha radici profonde nella storia dell’umanità. Per quanto oggi possiamo volare, chiacchierare guardandoci anche a centinaia di km di distanza, l’evoluzione tecnologica è molto più veloce di quella biologica. Per millenni, le donne hanno vissuto e lavorato in piccoli gruppi, occupandosi della prole, della conservazione del cibo e della cura della comunità. Mantenere l’armonia all’interno del gruppo era essenziale per la sopravvivenza, motivo per cui la comunicazione e la condivisione sono diventate elementi chiave del loro comportamento. Gli uomini, invece, erano cacciatori o agricoltori e operavano spesso in solitaria. Se si presentava un problema, dovevano risolverlo rapidamente e in autonomia, senza perdere tempo in discussioni
Cosa significa oggi questa differenza?
Sebbene la società sia cambiata radicalmente, la nostra biologia non si è evoluta altrettanto velocemente. Ancora oggi, quando si presenta un problema:
Le donne tendono a parlarne e a cercare condivisione emotiva.
Gli uomini cercano subito la soluzione più efficace e veloce.
Questa differenza è alla base di molte incomprensioni e discussioni tra i sessi. Spesso, uomini e donne parlano dello stesso problema, ma con scopi completamente diversi: mentre lei usa la situazione per creare condivisione e relazione (perché nella maggior parte dei casi è assolutamente in grado di risolvere il problema anche da sola), lui cerca una soluzione pratica immediata.
Come evitare conflitti grazie a questa consapevolezza
Essere consapevoli di queste differenze può aiutarci a migliorare la comunicazione e a ridurre le incomprensioni. In una discussione, una donna può spiegare chiaramente che ha bisogno di essere ascoltata, senza che il suo interlocutore si senta obbligato a trovare subito una soluzione. D’altra parte, un uomo può chiarire che cerca una soluzione, senza troppi fronzoli.
Capire questi meccanismi ci permette di migliorare le relazioni e affrontare le difficoltà con maggiore empatia e comprensione.
“Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità”
Margaret Mazzantini – scrittrice, drammaturga, attrice
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/03/differenze-uomo-donna.png315851Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-07 09:23:002025-04-16 17:17:49Perché le donne non chiamano il carro attrezzi?
“Il cambiamento è inevitabile, tranne che dai distributori automatici”
Robert C. Gallagher – politico e arcivescovo inglese
Il Cambiamento: La Costante della Vita e Come Abbracciarlo
Il Cambiamento: Una Verità Universale
“Le persone non cambiano”: quante volte abbiamo sentito questa frase? Eppure, per gli scienziati, questa convinzione è fonte di frustrazione.
Il cambiamento è l’unica costante della scienza (e nella vita), In ogni ambito della scienza, dall’energia alla materia, tutto si trasforma continuamente. Nulla rimane statico: tutto matura, si evolve e si rinnova, si trasforma continuamente, si fonde, cresce e muore.
Nella natura, nulla resta immutato. Ciò che invece è innaturale è la nostra resistenza al cambiamento.
Noi esseri umani spesso resistiamo al cambiamento, cercando di aggrapparci a ciò che conosciamo, anche quando ciò ci trattiene. Ci aggrappiamo a ciò che era, ai vecchi ricordi, alle convinzioni che tutto possa essere immutabile invece di costruirne di nuovi.
Questo atteggiamento si scontra non solo con le leggi scientifiche ma anche con il nostro potenziale di evoluzione.
Perché Resistere al Cambiamento è Innaturale
Il nostro attaccamento al passato — ai ricordi, alle abitudini, alle certezze — è una forma di auto-protezione. Molte persone vedono il cambiamento come una minaccia, un’interruzione di quella che percepiscono come stabilità.
Mantenere, nonostante tutto, lo status quo delle cose ci fa sentire al sicuro in un mondo che cambia continuamente, Ma resistere al cambiamento non è naturale.
La vita è un flusso continuo, e questa resistenza, negare questa realtà, può impedirci di evolvere e crescere, può diventare un ostacolo al progresso personale.
Il cambiamento è inevitabile e come lo viviamo dipende esclusivamente da noi.
Il Cambiamento come Opportunità
Possiamo percepire il cambiamento come una fine o come un’occasione per rinascere. Abbracciarlo con consapevolezza può trasformarsi in un’esperienza liberatoria, simile a una scarica di adrenalina.
Allentare la presa su ciò che era e lasciarsi trasportare dal flusso del cambiamento ci permette di vivere con più pienezza. Ogni momento può essere un punto di partenza, un’altra opportunità per costruire nuovi ricordi, nuove esperienze e una nuova versione di noi stessi.
Come Viviamo il Cambiamento?
La nostra percezione del cambiamento dipende dalla nostra prospettiva:
Come una perdita: Possiamo vederlo come una fine, qualcosa da temere e da evitare a tutti i costi.
Come una rinascita: Oppure possiamo accoglierlo come una seconda occasione, un’opportunità per ricominciare e reinventarci.
Lasciare Andare per Rinascere. Come Accettare il Cambiamento
Come Accettare il Cambiamento
Riconosci la tua Resistenza: Essere consapevoli delle proprie paure è il primo passo per affrontarle.
Pratica il Distacco: Impara a lasciar andare ciò che non ti serve più. Questo può significare persone, situazioni o abitudini.
Concentrati sul Presente: Il cambiamento è un’opportunità per vivere nel qui e ora, senza restare intrappolati nel passato.
Cerca il Supporto: Parlare con uno psicologo può aiutarti a gestire i sentimenti legati al cambiamento e a trasformarli in crescita.
Allentare la presa sul passato non è facile, ma è essenziale per vivere appieno. Se impariamo a lasciare andare, il cambiamento può diventare un’esperienza esaltante, un’adrenalina che ci spinge verso nuove opportunità. Ogni momento di cambiamento è una possibilità di rinascita, un’occasione per scoprire chi siamo davvero.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Il cambiamento non è qualcosa da temere, ma una realtà da accettare, accogliere e vivere con consapevolezza. Ogni trasformazione è un’opportunità per crescere, una nuova possibilità di vita, evolvere e riscoprire la quotidianità con occhi nuovi. Se impariamo a viverlo con apertura e coraggio, possiamo scoprire un mondo di opportunità che prima ci sembrava irraggiungibile.
Apri le dita, lascia andare e permetti al cambiamento di trasformarti….
“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”
Charles Darwin – biologo, naturalista, geologo, esploratore
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2024/12/cambiamento-testata-min.jpg12801920Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-30 09:14:002025-04-16 17:18:14Il Cambiamento: La Costante della Vita e Come Abbracciarlo
“La cosa più difficile al mondo è essere se stessi in un mondo che cerca costantemente di farti essere qualcun altro”
Ralph Waldo Emerson – filosofo, scrittore, saggista
Bias della Conformità: Cos’è e Come Influenza le Nostre Decisioni
Bias della Conformità: Cos’è e Perché Accade
Il bias della conformità è un fenomeno psicologico che spiega la tendenza degli individui ad adeguarsi al comportamento o alle opinioni del gruppo, anche quando queste contraddicono le proprie convinzioni personali. Questo effetto è stato studiato approfonditamente dallo psicologo Solomon Asch negli anni ’50, attraverso una serie di esperimenti che sono diventati emblematici nella psicologia sociale.
Gli Esperimenti di Asch: Un Classico della Psicologia Sociale
Gli esperimenti di conformità di Asch hanno dimostrato come le dinamiche di gruppo possano influenzare il giudizio individuale.
La Procedura:
Ai partecipanti veniva mostrato un cartoncino con una linea di riferimento e un altro con tre linee di diversa lunghezza.
Il compito era semplice: identificare quale linea fosse della stessa lunghezza della linea di riferimento.
I partecipanti erano circondati da complici dell’esperimento, che deliberatamente davano risposte sbagliate.
I Risultati:
Circa il 37% dei partecipanti si conformava almeno una volta alle risposte sbagliate del gruppo.
Solo il 25% rimaneva completamente indipendente, dando sempre la risposta corretta.
Questi risultati dimostrano come la pressione del gruppo possa indurre una persona a mettere in discussione la propria percezione o a preferire l’accettazione sociale alla verità.
Perché Ci Conformiamo? Le Cause del Bias della Conformità
Esistono due principali motivazioni alla base del bias della conformità:
Influenza Normativa:
Questa avviene quando le persone si conformano per evitare il rifiuto o per sentirsi accettate dal gruppo. La paura del giudizio sociale gioca un ruolo cruciale in questo caso.
Influenza Informativa
Qui, gli individui credono che il gruppo abbia più informazioni o competenze e che seguire la maggioranza sia la scelta più sicura, anche a discapito delle proprie percezioni.
Esempi Pratici del Bias della Conformità nella Vita Quotidiana
Il bias della conformità si manifesta in molte situazioni comuni:
Moda e Tendenze: Adottiamo stili di abbigliamento popolari anche se non rispecchiano i nostri gusti.
Decisioni di Gruppo: Accettiamo decisioni che non condividiamo per evitare conflitti.
Opinioni Sociali: Cambiamo il nostro punto di vista per allinearci alla maggioranza.
Come Riconoscere e Superare il Bias della Conformità
Essere consapevoli del bias della conformità è il primo passo per limitarne l’influenza. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
Sviluppa il Pensiero Critico
Allenati a valutare le informazioni in modo indipendente, considerando i dati oggettivi prima di accettare l’opinione del gruppo.
Chiediti Perché
Prima di adeguarti a una decisione, chiediti se stai agendo per convinzione personale o per paura di essere escluso.
Circondati di Persone Aperte
Frequentare ambienti dove il confronto è incoraggiato può aiutarti a esprimere le tue idee senza timore di giudizi.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Il bias della conformità è un meccanismo psicologico potente che può influenzare profondamente le nostre decisioni. Comprenderlo ci permette di riconoscere quando ci stiamo conformando per pressione sociale e di prendere decisioni più autentiche e consapevoli. Sviluppare una maggiore consapevolezza è la chiave per mantenere la nostra indipendenza di pensiero.
Se vuoi saperne di più su come la psicologia sociale influisce sulle tue scelte, contattami o leggi altri articoli sul mio sito.
“Chi segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Chi cammina da solo, invece, arriverà in luoghi dove nessuno è mai stato”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/bias-conformita-scaled.jpg17072560Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-23 09:09:002025-04-16 17:18:36Bias della Conformità: Cos’è e Come Influenza le Nostre Decisioni
“Non possiamo controllare le malelingue degli altri; ma una vita retta ci consente di ignorarle”
Catone – politico, scrittore, militare
Non sei responsabile della versione di te che esiste nella mente degli altri
Capire il significato di questa frase
La frase “Non sei responsabile della versione di te che esiste nella mente degli altri” è un potente promemoria dell’importanza di non farsi condizionare dalle opinioni altrui.
Spesso, le persone creano un’immagine di noi basata su percezioni soggettive, esperienze personali e pregiudizi, emozioni del momento. Cercare di controllare questa immagine è un’impresa non solo impossibile, ma può risultare dannoso per il nostro benessere psicologico.
Perché non possiamo controllare la percezione degli altri
Il filtro delle esperienze personali
Ogni individuo interpreta la realtà attraverso il proprio vissuto, i propri valori e le proprie credenze.
Questo significa che la percezione che gli altri hanno di noi è influenzata da fattori che esulano COMPLETAMENTE dal nostro controllo.
Il bisogno di accettazione
Spesso sentiamo la pressione di dover soddisfare le aspettative altrui per sentirci accettati (sentirci, senzazione peronale, non è scontato che lo siamo davvero).
Questo può portarci a modificare il nostro comportamento o a reprimere la nostra autenticità, generando ansia e insoddisfazione, con il rischio di perseguire sogni e obiettivi altruri.
Liberarsi dal giudizio esterno
Accettare che non possiamo controllare ciò che gli altri pensano di noi è un passo fondamentale verso l’autenticità e il benessere emotivo.
Lavorare sull’autostima, sulla consapevolezza di sé, la conoscenza dei propri valori permette di ridurre il peso del giudizio altrui e di vivere in modo più libero e soddisfacente.
Come sviluppare una mentalità più libera
1. Lavorare sull’autostima
Una buona autostima aiuta a non dipendere dall’approvazione esterna. Investire su se stessi e sui propri valori è essenziale per costruire una solida fiducia personale.
2. Accettare che non possiamo piacere a tutti
Essere autentici significa inevitabilmente non essere apprezzati da tutti. Ma anche recitare una parte non porta ad essere stimati da tutti. Accettare questa realtà è liberatorio e aiuta a creare relazioni più sincere.
3. Praticare la mindfulness
La mindfulness aiuta a rimanere nel presente e a ridurre il peso delle preoccupazioni su ciò che gli altri pensano di noi.
Conclusione
Non possiamo controllare la percezione che gli altri hanno di noi, ma possiamo scegliere di vivere in modo autentico, senza farci condizionare dal giudizio esterno.
Accettare questo principio porta a una maggiore libertà emotiva e a una vita più appagante.
“Parlare male di qualcuno è spaventoso. Ma vi è qualcosa di peggio: non parlarne”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/03/Non-sei-responsabile-della-1.jpg8532074Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-18 09:09:002025-04-16 17:22:48Non sei responsabile della versione di te che esiste nella mente degli altri
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