“A volte chiamiamo noia quella pace che il nostro cuore non ha mai imparato a meritare.”
Ralph WaldEnea Valori, – psiconeurologo e
Quando l’Amore Non Fa Male. Perché la pace ci spaventa più del caos?
Dopo anni di ascolto, con l’onore di aver accompagnato molte persone nei loro percorsi, mi rendo conto di come una delle trappole più invisibili — e più dolorose — dell’amore sia la confusione tra pace e noia.
Spesso accade che si incontri una persona che ci rispetta, ci ascolta e ci accoglie perchè andiamo benissimo così. Una realzione dove non vi è nulla da combattere, nulla da conquistare. Una relazione dove il cuore potrebbe finalmente riposare. Ma invece… ci si sente irrequieti, vuoti, disorientati. Quasi “spenti”.
“È davvero noia, o è la tua ferita che non riconosce un amore che non ti ferisce?”
La tensione emotiva a cui siamo abituati
Se nelle nostre storie d’amore (qualunque tipo d’amore: genitoriale, amicale, romantico…) ci sono stati più momenti di rincorsa, attesa, briciole di attenzione da mendicare, conflitto e passione infuocata… allora una relazione stabile, senza altalene, senza montagne russe di emozioni, dove siamo riconosciuti e rispettati, può sembrarci piatta, poco appagante. Ma non lo è.
È solo che il nostro sistema nervoso — abituato all’allarme — non sa ancora distinguere la calma dalla disconnessione. Ecco perché un amore sano può sembrare freddo se dentro di noi l’unico amore conosciuto è stato una lotta continua per esistere, sopravvivere, essere ricambiati.
Neurochimica della dipendenza affettiva
Le emozioni intense legate all’instabilità, al senso di pericolo e alla conquista, attivano nel cervello circuiti dopaminergici simili a quelli della dipendenza.
Il cortisolo (ormone dello stress) e l’adrenalina diventano i nostri compagni invisibili, e senza di loro ci sentiamo “spenti”.
La tranquillità, quindi, non è noia: è disintossicazione. Ma il processo di disintossicazione può fare paura. Ci mette a confronto con un vuoto che non è il segno della fine dell’amore, ma l’inizio della guarigione.
Il dolore che confondiamo con amore
Molte persone non fuggono dall’amore.
Fuggono dalla calma.
Perché quando il cuore ha imparato a sentire solo nel dolore, allora la quiete viene scambiata per assenza di vita. Ma è solo assenza di ferita.
Ecco perché, in terapia, spesso diciamo: “Non è l’amore che manca. È solo sparita l’adrenalina del dolore.”
Cosa fare quando la pace ti sembra vuota
Riconosci la ferita: ammettere che la percezione dell’amore è stata modellata dal dolore può essere triste e generare timore, ma ci permette di ricostruire per iniziare il processo di guarigione.
Accetta la disintossicazione emotiva: il tuo sistema nervoso sta imparando a stare senza picchi.
Coltiva nuove associazioni: impara che amore può voler dire calma, sicurezza, nutrimento.
Fermati e respira nella calma: la quiete può essere un terreno fertile, non un vuoto.
Calma, sicurezza e nutrimento: la gioia che nasce piano
All’inizio, la calma può sembrare vuota. La sicurezza, noiosa. Il nutrimento, poco eccitante.
Eppure, è da lì che, lentamente, sboccia la gioia autentica — quella che non ha bisogno di picchi emotivi per farsi sentire qualcosa, ma una gioia attiva, costante che ci riempie e ci nutre.
Quando una relazione ci offre sicurezza, il sistema nervoso si rilassa.
Il corpo esce dall’allerta, si regola, si apre. In quello spazio libero dalla minaccia, emergono emozioni nuove: non esplosive, ma profonde. Non teatrali, ma piene, appaganti e durature.
La calma è il terreno fertile per l’intimità.
In assenza di paura, possiamo davvero mostrarci e sentirci gratificati di essere. Non più trattenuti dal bisogno di difenderci o di rincorrere l’altro, possiamo finalmente essere, vivere, sentire. E in questo essere, sboccia la connessione, connessione mentale, fisica, emotiva.
La sicurezza permette l’espansione.
Quando smettiamo di temere l’abbandono, di sentireci in un conflitto costante, di non percepire che andiamo bene come siamo, finalmente possiamo dedicarci a crescere, a creare, a condividere davvero.
Il tempo condiviso non è più consumato dalla tensione, ma generativo, per noi stessi e per gli altri.
Il nutrimento crea memoria emotiva positiva.
I piccoli gesti, le attenzioni costanti, il sapere che si è pensati anche quando non si è presenti: tutto questo nutre i circuiti cerebrali dell’attaccamento sicuro. E nel tempo, costruisce un senso di gioia stabile, sottile, ma profonda.
La vera felicità relazionale non urla. Respira. Non abbaglia. Illumina.
Nel lungo periodo, queste esperienze diventano la base sicura da cui nasce la gratitudine, la leggerezza, la tenerezza — emozioni forse meno scenografiche, ma molto più sane e durature. Emozioni che fanno bene al corpo, al cuore e al cervello.
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È nella calma che il cuore impara a non confondere amore e sopravvivenza
“L’amore vero non accende fuochi per farti bruciare, ma accoglie la tua pelle stanca e la insegna a riposare”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/06/cuore-immerso-nella-quiete.jpg8521280Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-10-15 09:09:002025-07-10 09:08:04Quando l’Amore Non Fa Male: perché la pace ci spaventa più del caos
“Non puoi amare davvero qualcun altro finché non impari ad amare te stesso.”
Brené Brown – docente universitaria
Relazioni e autostima: come il legame con l’altro riflette il rapporto con te stesso
Le relazioni che costruiamo parlano molto di noi: dei nostri desideri, delle nostre paure, ma soprattutto del modo in cui ci percepiamo. In qualità di psicologa, mi capita spesso di accompagnare persone che si trovano in difficoltà nei loro legami affettivi e, scavando con delicatezza, emerge una costante: la qualità delle relazioni esterne è strettamente legata alla qualità della relazione che abbiamo con noi stessi.
In questo articolo voglio offrirti uno sguardo approfondito su questo tema complesso, per vedere iniseme:
perché autostima e relazioni sono così intrecciate,
come riconoscere le dinamiche che fanno male,
e soprattutto, cosa puoi fare per spezzare i meccanismi disfunzionali e costruire legami più sani.
Relazioni e autostima: come il legame con l’altro riflette il rapporto con te stesso
Le relazioni sono specchi. Ci rimandano immagini di noi stessi, a volte nitide e luminose, altre volte distorte o dolorose. Negli incontri mi capita spesso di ascoltare persone che soffrono per una relazione difficile o per la mancanza di un legame significativo. Ma scavando sotto la superficie, la radice del dolore si rivela spesso più profonda: ha a che fare con come ci vediamo, quanto ci stimiamo, che valore ci attribuiamo.
In questo articolo ti accompagno in un viaggio dentro il legame tra relazioni e autostima, per aiutarti a riconoscere dinamiche che forse vivi senza accorgertene, e a costruire legami che non feriscono, ma che nutrono.
Cos’è davvero l’autostima?
Molte persone credono che l’autostima sia semplicemente “piacersi” o “pensare bene di sé”. In realtà è qualcosa di molto più profondo: è il rapporto emotivo che hai con te stesso.
L’autostima si costruisce nelle prime relazioni significative, in particolare con i genitori o chi si è preso cura di te. Se ti sei sentito visto, accolto e rispettato nei tuoi bisogni, è probabile che tu abbia interiorizzato un senso di valore personale. Se, al contrario, ti sei sentito inadeguato, giudicato o ignorato, potresti avere sviluppato una voce interiore critica o un senso cronico di insicurezza.
Segnali di un’autostima fragile:
Hai bisogno costante di conferme esterne
Ti senti in colpa quando poni dei confini
Tendi a compiacere gli altri per paura di essere rifiutato/a
Fatichi a riconoscere i tuoi meriti
Il legame tra autostima e relazioni
L’autostima non è un affare isolato: si riflette direttamente nel modo in cui scegliamo e viviamo le relazioni.
Se hai una buona autostima, è più facile che tu scelga partner che ti rispettano, ti ascoltano e ti amano senza voler cambiarti. Ma se dentro di te senti di valere poco, potresti essere attratto da relazioni sbilanciate, in cui il tuo bisogno di approvazione prende il sopravvento.
Le ferite dell’infanzia
Molte relazioni adulte ripropongono inconsapevolmente schemi appresi nell’infanzia. Se hai vissuto rifiuto, trascuratezza o ipercontrollo, potresti cercare nell’altro ciò che allora ti è mancato. È un tentativo di riparazione, che però spesso finisce per riattivare il dolore, invece di guarirlo.
Relazioni che nutrono vs relazioni che consumano
Non tutte le relazioni fanno bene. Ci sono legami che ci fanno crescere, e altri che ci svuotano. La differenza sta nella qualità della connessione emotiva.
Relazioni sane:
Ti fanno sentire libero/a, non intrappolato
Ti permettono di esprimerti senza paura
Sono basate sulla reciprocità e non sul sacrificio
Relazioni tossiche:
Ti fanno sentire costantemente in difetto
Ti portano a dubitare di te
Ti consumano energia e identità
Dipendenza affettiva
Spesso chi ha una bassa autostima confonde l’amore con il bisogno. Ma amare non è dipendere. Se temi di essere abbandonato, potresti accettare qualsiasi cosa pur di non restare solo. Questo non è amore, è sopravvivenza emotiva.
Autostima bassa: come impatta sulle relazioni
Una scarsa autostima agisce in modo silenzioso ma profondo nelle dinamiche relazionali. Ecco alcuni effetti comuni:
1. Paura dell’abbandono
Ti porta a essere iper disponibile, a non dire mai “no”, a sopportare troppo. Hai così paura di perdere l’altro che perdi prima te stesso.
2. Senso di colpa
Ogni volta che cerchi di tutelarti, ti senti egoista. Non riesci a distinguere il rispetto di te dai “torti” verso l’altro.
3. Mancanza di confini
Fai fatica a dire cosa ti fa stare male o a far valere i tuoi bisogni. Temi il conflitto e preferisci adattarti, anche a costo della tua serenità.
Quando l’amore fa crescere: relazioni come opportunità evolutive
Le relazioni non sono solo potenziali fonti di sofferenza. Possono essere spazi sacri di evoluzione. Quando c’è ascolto, rispetto e autenticità, l’altro diventa un alleato nel tuo percorso di crescita.
Amore consapevole
L’amore consapevole non è perfetto, ma è intenzionale. Si basa sulla scelta quotidiana di esserci, senza annullarsi, e sull’impegno a comunicare in modo onesto.
Imparare a scegliersi
Spesso restiamo in relazioni per abitudine, paura o senso del dovere. Ma una relazione sana si fonda su una scelta libera, non su un incastro o su una mancanza.
Crescere dentro le relazioni: strumenti per rafforzare l’autostima
La buona notizia è che l’autostima si può costruire e rafforzare, anche in età adulta. E le relazioni, se affrontate con consapevolezza, possono diventare occasioni preziose per farlo.
1. Cura del dialogo interiore
La prima relazione è quella con te stesso. Ascolta come ti parli, come ti giudichi, che parole usi verso di te. Imparare a rivolgersi parole più gentili è un atto psicologico potentissimo.
2. Indipendenza emotiva
Non significa chiudersi, ma saper stare bene anche da soli. Chi ha una buona autonomia emotiva entra in relazione per arricchirsi, non per riempire un vuoto.
3. Psicoterapia
La psicoterapia non serve solo quando “si sta male”. È uno spazio in cui puoi conoscerti meglio, rielaborare le tue ferite, e imparare a costruire legami più sani. Un lavoro profondo, a volte faticoso, ma sempre trasformativo.
Conclusione: la relazione più importante resta quella con te stesso/a
Le relazioni sono fondamentali per il nostro benessere. Ma nessun legame esterno potrà mai colmare il vuoto che nasce da una relazione interiore trascurata.
Investire sulla tua autostima significa scegliere con più lucidità, amare con più libertà e costruire legami che ti somigliano davvero.
Non si tratta di diventare perfetti, ma di imparare a volerti abbastanza bene da non accontentarti di ciò che ti ferisce. Perché l’amore che cerchi fuori inizia, sempre, da dentro.
“Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita.“
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/05/relazioni-autostima-scaled-e1747401914759.jpg11221707Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-09-23 09:27:002025-05-16 13:34:03Relazioni e autostima: come il legame con l’altro riflette il rapporto con te stesso
“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In quello spazio risiede il nostro potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta risiede la nostra crescita e la nostra libertà.“
Viktor Frankl – psichiatra, neurologo
Imparare a regolare le emozioni da adulti: è possibile e fondamentale per il benessere psicologico
Molte persone arrivano all’età adulta senza aver mai realmente imparato a regolare le proprie emozioni. Se da bambino non hai avuto l’opportunità di sviluppare una buona consapevolezza emotiva — magari a causa di un ambiente familiare disfunzionale, di traumi o semplicemente per la mancanza di una guida emotiva — potresti ritrovarti spesso sopraffatto da emozioni intense come ansia, rabbia, vergogna, oppure al contrario sentirti spento, apatico, disattivato.
Ma la buona notizia è che regolare le emozioni si può imparare, anche da adulti. Questo è uno degli obiettivi principali delle sedute psicologiche. Tuttavia, con alcune buone pratiche quotidiane, puoi iniziare fin da subito a costruire una relazione più sana con il tuo mondo emotivo.
Cosa significa “regolare le emozioni”?
Regolare le emozioni non significa reprimere ciò che senti, né tantomeno vivere in uno stato di calma apparente e forzata. Significa piuttosto essere consapevole di ciò che stai provando, istante per istante, e riuscire a rimanere in una “finestra di tolleranza” in cui le emozioni possono essere accolte, comprese e attraversate senza perdere il contatto con te stesso e con la realtà.
È la capacità di restare presente, lucido e centrato anche nelle difficoltà. È un’abilità che si coltiva, giorno dopo giorno, e che può trasformare radicalmente la qualità della tua vita, delle tue relazioni e delle tue scelte.
Primo passo: ascolta il tuo corpo
Le emozioni si manifestano nel corpo prima ancora che nella mente. Impara a chiederti più volte al giorno:
“Come mi sento adesso?”
“Il mio corpo è teso o rilassato?”
“Mi sento agitato o spento?”
“Cosa è successo poco prima che mi sentissi così?”
Questo tipo di auto-monitoraggio emotivo è fondamentale per cominciare a distinguere gli stati in cui sei dentro la tua finestra di tolleranza (calma, presenza, curiosità) e quelli in cui ne sei fuori (iper-attivazione o spegnimento).
Regolatori emotivi: quelli utili e quelli rischiosi
Per far fronte allo stress o alle emozioni intense, tutti — consciamente o inconsciamente — utilizziamo dei regolatori emotivi. Alcuni sono chiamati “regolatori di sopravvivenza”, perché offrono un sollievo immediato ma hanno effetti collaterali importanti sul lungo termine. Tra questi troviamo:
Fumo
Alcol
Cibo in eccesso o disordinato
Scroll infinito sui social o smartphone
Shopping compulsivo
Questi strumenti sono comprensibili, soprattutto quando non se ne conoscono altri, ma è fondamentale non abusarne, perché portano a un impoverimento del benessere psicologico e fisico nel tempo.
Regolatori emotivi nutrienti: il vero cambiamento
La chiave sta nel sostituire i regolatori disfunzionali con regolatori emotivi nutrienti: attività semplici, sane e personalizzate che ti aiutano a rientrare in uno stato di calma e sicurezza senza effetti collaterali negativi.
Eccone alcuni esempi:
Fare una passeggiata all’aria aperta
Esporsi al sole e sentire il calore sulla pelle
Bere una bevanda calda lentamente
Accarezzare il tuo animale domestico
Ricevere o chiedere un abbraccio sincero
Fare un bagno caldo o una doccia rilassante
Ascoltare musica che ti calma
Correre o praticare sport
Respirare profondamente per 2-3 minuti
Ognuno deve trovare i propri. La regolazione emotiva è personale, e ciò che funziona per qualcuno può non funzionare per te. Il compito è osservarsi, sperimentare e riconoscere cosa davvero ti aiuta a ritrovare stabilità.
Conclusione
Non devi fare tutto da solo. La terapia è uno spazio sicuro in cui puoi esplorare le tue emozioni, comprendere i meccanismi automatici appresi nel passato e imparare nuove modalità di relazione con te stesso. La regolazione emotiva è un processo che richiede tempo, ma porta benefici profondi: più lucidità, più libertà, più autenticità.
RIASSUNTO: Regolatori Emotivi Nutrienti: idee per ritrovare calma e presenza
Quando ti senti sopraffatto o disconnesso da te stesso, prova una di queste azioni. Non tutte funzionano per tutti: sperimenta e scopri ciò che è davvero nutriente per te.
Attività fisiche leggere
Camminare lentamente all’aperto
Correre o fare attività sportiva moderata
Fare stretching consapevole o yoga dolce
Stimoli sensoriali calmanti
Bere una bevanda calda o fredda lentamente
Fare una doccia o un bagno caldo
Accarezzare il tuo animale domestico
Tenere tra le mani un oggetto morbido o rilassante
Connessione e relazione
Chiedere un abbraccio sincero
Parlare con una persona di fiducia
Scrivere ciò che provi in un diario emotivo
Contatto con la natura
Esporsi al sole per qualche minuto
Sedersi su una panchina e osservare il paesaggio
Camminare a piedi nudi sull’erba o sulla sabbia
Tecniche di consapevolezza
Respirazione diaframmatica (3 minuti)
Esercizio dei 5 sensi: cosa vedi, senti, tocchi, gusti, annusi?
Ascoltare musica rilassante con attenzione
Tieniti una lista personale dei tuoi regolatori efficaci, come un piccolo “kit di emergenza emotiva”. Scrivili, sperimentali, rendili tuoi.
“Le emozioni irrisolte non scompaiono. Vengono sepolte vive e riemergono sotto forma di comportamenti disfunzionali.”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/05/ascolto-interiore-1.jpg8531280Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-09-10 21:41:002025-05-16 13:36:34Imparare a regolare le emozioni da adulti: è possibile e fondamentale per il benessere psicologico
“La colpa può diventare un collante relazionale tossico, un modo per controllare e farsi controllare”
Harriet Lerner – psicoterapeuta
Senso di responsabilità vs. senso di colpa: due facce della stessa moneta? No. Ecco perché.
Spesso il senso di responsabilità e il senso di colpa vengono confusi, come se fossero due facce identiche di un’unica medaglia. In realtà, sono due esperienze interiori profondamente diverse, che influenzano il nostro modo di pensare, sentire e agire. Capire questa distinzione non è un vezzo teorico: è la chiave per prendersi cura di sé, per costruire relazioni più autentiche e per affrontare la vita con maggiore serenità. Comprendere questa distinzione è fondamentale per migliorare il benessere emotivo e promuovere una crescita personale autentica
Cos’è il senso di responsabilità?
Definizione: capacità di riconoscere il proprio ruolo nelle azioni e nelle scelte, assumendosi le conseguenze in modo proattivo e costruttivo.
Il senso di responsabilità è la capacità di riconoscere il proprio ruolo nelle situazioni, assumendosi le conseguenze delle proprie scelte in modo lucido, costruttivo e proattivo. È una forza interiore che guida l’azione etica, la coerenza e l’affidabilità.
Quando parlo di senso di responsabilità, mi riferisco a quella spinta interiore che ci fa dire: “Ok, qui c’è qualcosa che dipende da me, posso fare la mia parte”. È come un faro che ci guida a fare un passo avanti, a rimediare, a prenderci in carico le conseguenze delle nostre scelte senza paura. Siano essi successi siano criticità… (si siamo responsabli anche dei nostri successi!)
Caratteristiche principali:
Orientamento all’azione e alla soluzione. Non restiamo bloccati sui problemi, ma cerchiamo strade pratiche per risolverli: ci organizziamo, chiediamo aiuto, studiamo una strategia.
Consapevolezza di limiti e risorse. Sappiamo di non essere onnipotenti, ma riconosciamo i nostri punti di forza e quelli sui quali possiamo lavorare.
Riparazione concreta. Se sbagliamo, non stiamo a crogiolarci: chiediamo scusa e proponiamo un gesto riparatore.
Esempio: Se dimentico un appuntamento con un amico, mi assumo la responsabilità dell’errore. Chiamo, chiedo scusa, spiego cosa è successo e mi rendo disponibile a riparare, ad esempio proponendo un nuovo incontro.
Che cos’è il senso di colpa?
Definizione: emozione che insorge quando si percepisce di aver violato un proprio codice morale o affettivo. Può essere utile come bussola morale, ma diventa disfunzionale se eccessivo o ingiustificato.
Il senso di colpa è un’emozione che nasce quando sentiamo di aver violato un nostro codice morale o affettivo. Può essere utile solo se legato a una reale responsabilità, ma diventa tossico se è generato da aspettative irrealistiche, manipolazioni o da un Super-Io ipercritico.È come un campanello d’allarme, utile se ci avverte di una reale trasgressione. Ma diventa veleno quando suona senza motivo o rimane acceso a lungo.
Caratteristiche principali:
Autogiudizio e autocritica
Ruminazione mentale (“rimuginio”)
Immobilismo emotivo
Esempio: Se dopo aver detto “no” a una richiesta irragionevole, passo ore a sentirmi in colpa e mi giudico come una persona egoista, allora non è responsabilità, è colpa disfunzionale.
Tabella riassuntiva
Aspetto
Senso di responsabilità
Senso di colpa
Origine
Scelta consapevole
Giudizio interiore
Effetto
Promuove l’azione
Alimenta la ruminazione
Stato emotivo
Centratura, chiarezza
Ansia, vergogna
Dialogo interiore
“Come posso rimediare?”
“Sono sbagliato/a”
Perché è importante fare distinzione
Crescita personale: Un sano senso di responsabilità ci spinge a migliorare, mentre la colpa cronica ci tiene fermi, in un circolo vizioso di autocritiche e dubbi.
Relazioni equilibrate: Riparare un torto è far sentire l’altro ascoltato e rispettato. Rimanere nella colpa, invece, alimenta distanze e incomprensioni.
Benessere emotivo: Liberarsi dal peso della colpa irrazionale riduce ansia, insonnia e perfezionismo esasperato.
Come coltivare il senso di responsabilità
Auto-riflessione guidata, Pratica dell’assertività, Esercizi di riparazione
Diario riflessivo: Prendi cinque minuti ogni sera per annotare cosa hai fatto, cosa avresti potuto fare diversamente e quali passi concreti intendi compiere domani.
Assertività con empatia: Impara a dire no quando serve, ma con rispetto: “Apprezzo l’invito, ma oggi non posso. Possiamo sentirci domani?”.
Gesti riparatori: Doppi se sbagli davvero: un messaggio, una piccola attenzione, un gesto simbolico che dimostri l’impegno a fare meglio.
Conclusione
Distinguere il senso di responsabilità dal senso di colpa è il primo passo per una gestione emotiva efficace e per costruire rapporti più autentici. Il primo ci guida verso il cambiamento e la riparazione; il secondo, se fuori controllo, ci imprigiona in giudizi negativi.
Distinguere il senso di responsabilità dal senso di colpa è un vero atto di cura verso se stessi. Significa smettere di etichettarci come “sbagliati” e iniziare a vedere le nostre azioni come opportunità di crescita.
“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In quello spazio risiede la nostra libertà e il nostro potere di scegliere la nostra rispost”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/04/responsabilita-vs-colpa.jpg12801920Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-07-30 09:00:002025-05-15 13:56:23Differenza tra Senso di Responsabilità e Senso di Colpa
“La felicità è folgore, la gioia luce: perciò non si può vivere nella felicità, ma si può vivere nella gioia”
Maura Del Serra – drammaturga
Gioia o Felicità… istinto o allenamento? Le 10 Regole:
La felicità è il desiderio comune di tutti, un viaggio verso la serenità e la gioia che tutti vorremmo compiere.
Come dice Maura Del Serra, “La felicità è come un seme, la gioia è il suo fiore luminoso”.
Ma come possiamo trovare questa gioia nella nostra vita quotidiana? e la si trova per istinto, per fortuna o per allenamento?
Jacinto Benavente scrive: “Molti pensano che avere talento sia una questione di fortuna; a nessuno viene in mente che la fortuna possa essere una questione di talento”. E il talento può essere il vivere con gioia: ambedue si possono costruire consapevolmente.
Obiettivo e stato d’animo
La gioia non è solo un obiettivo da raggiungere, ma uno stato d’animo da coltivare ogni giorno. Ecco alcune regole che le persone felici seguono per vivere una vita piena di serenità e soddisfazione:
Consapevolezza dei Valori: Le persone felici conoscono i propri valori e organizzano la propria vita intorno ad essi. Sanno cosa li rende veramente felici e dedicano tempo alle attività che li appagano.
Apprendere dagli Errori: Le persone felici non temono gli errori, ma imparano da essi. Capiscono che ogni errore è un’opportunità di crescita e sviluppo personale.
Non Preoccuparsi del Giudizio altrui: Le persone felici vivono autenticamente, senza preoccuparsi di ciò che gli altri pensano di loro. Liberano energia preziosa concentrandosi su ciò che è veramente importante per loro.
Gratitudine: Le persone felici apprezzano ciò che hanno e trovano gioia nelle piccole cose della vita. La gratitudine porta soddisfazione e apre la strada a ulteriori momenti di gioia.
Vivere nel Presente: Le persone felici accettano il passato e vivono nel presente. Non rimuginano sui rimpianti o sulle opportunità mancate, ma si concentrano sul qui e ora.
Dire “No” con Fiducia: Le persone felici sanno quando dire di no. Capiscono che non è possibile accontentare tutti e si concentrano sulle cose che sono veramente importanti per loro.
Focalizzarsi sull’Essenziale: Le persone felici non si preoccupano delle cose che non possono controllare. Si concentrano sulle loro azioni e sulle loro reazioni, lasciando andare ciò che è al di fuori del loro controllo.
Liberarsi dalla Rabbia: Le persone felici non permettono alla rabbia di prendere il sopravvento. Capiscono che trattenere la rabbia è dannoso per la propria salute mentale e cercano modi positivi per gestirla.
Non Essere il Centro dell’Universo: Le persone felici comprendono che il mondo non ruota attorno a loro. Accettano che non tutto dipende da loro e si liberano dal peso dell’autoreferenzialità.
Essere Proattivi: Le persone felici agiscono per raggiungere i propri obiettivi. Non aspettano passivamente che le cose accadano, ma si impegnano attivamente per realizzare i propri sogni.
Conclusioni
La gioia è una scelta che facciamo ogni giorno. Non è un obiettivo distante da raggiungere, ma piuttosto imo stato d’nimo da coltivare quotidianamente, è la scelta consapevole di vivere con gratitudine, positività e autenticità
Se sei pronto a intraprendere il tuo viaggio verso la gioia personale ti invito a iniziare da qui. Scegli di celebrare ogni passo verso una vita più piena e soddisfacente.
“Tutti gli essere umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione, bisogna cominciare col capire che cosa si intende per felicità”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/02/IMG_20220611_173915_246.jpg11811181Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-07-02 09:09:002025-07-10 15:42:00Gioia o Felicità… istinto o allenamento? Le 10 Regole:
“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene.”
Virginia Woolf – scrittrice, saggista – Tratto da “UnaUna stanza tutta per sé”
L’Influenza dell’Alimentazione sulla Psicologia
L’Alimentazione ha un’influenza sulla nostra psicologia e sul nostro cervello?
L’alimentazione svolge un ruolo cruciale non solo nel mantenere la nostra salute fisica, ma anche nel plasmare il nostro benessere mentale e emotivo.
Questa connessione profonda tra ciò che mangiamo e il nostro stato psicologico è supportata da una vasta gamma di evidenze scientifiche che dimostrano l’importanza di una dieta equilibrata per una mente sana.
Effetti Neurochimici dei Nutrienti
Uno dei modi principali attraverso cui l’alimentazione influenza la psicologia è attraverso gli effetti neurochimici dei nutrienti che assumiamo.
Il cibo che mangiamo fornisce i mattoni di base per la produzione di neurotrasmettitori, sostanze chimiche del cervello che influenzano l’umore, il comportamento e le funzioni cognitive.
Aminoacidi, come ad esempio il triptofano, presente in alimenti quali tacchino, pesce e latte, sono precursori della serotonina, un neurotrasmettitore associato al buon umore e alla regolazione dell’umore.
Allo stesso tempo, la carenza di nutrienti chiave come le vitamine del gruppo B, il magnesio e gli acidi grassi omega-3 può influenzare negativamente la produzione di neurotrasmettitori, compromettendo così il nostro benessere mentale.
Ruolo degli Ormoni e dell’Infiammazione
Inoltre, l’alimentazione può influenzare gli ormoni che regolano l’umore e lo stress.
Ad esempio, un’elevata assunzione di zuccheri semplici può portare a picchi e cali dell’insulina nel sangue, provocando sintomi di instabilità emotiva come irritabilità e fatica.
L’eccesso di zuccheri può anche contribuire alla resistenza insulinica, un fattore di rischio per la depressione e l’ansia.
Un altro aspetto cruciale è il ruolo dell’alimentazione nell’infiammazione corporea.
Alcuni alimenti, come quelli ad alto contenuto di zuccheri aggiunti e grassi saturi, possono contribuire all’infiammazione cronica nel corpo, che è stata associata a una serie di disturbi dell’umore, tra cui depressione e ansia.
Al contrario, una dieta ricca di alimenti anti-infiammatori come frutta, verdura e alimenti ricchi di omega-3 può aiutare a ridurre l’infiammazione e promuovere il benessere mentale.
Salute Intestinale e Microbiota
Inoltre, l’alimentazione ha un impatto significativo sulla salute intestinale e sulla composizione del microbiota intestinale.
Il microbiota intestinale, composto da trilioni di microrganismi che vivono nel nostro intestino, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’umore e del comportamento.
Una dieta equilibrata che sostiene la salute intestinale con alimenti ricchi di fibre, probiotici e prebiotici può favorire la crescita di batteri intestinali benefici, che a loro volta possono influenzare positivamente la nostra salute mentale.
Interazione tra Stato Mentale e Alimentazione
Infine, c’è una relazione bidirezionale tra il nostro stato mentale e il nostro comportamento alimentare.
Lo stress, l’ansia e la depressione possono influenzare il nostro appetito e le nostre scelte alimentari, portando a un aumento del consumo di cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi, che a loro volta possono influenzare negativamente il nostro umore e la nostra energia.
In conclusione…
In conclusione, l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nella modulazione del nostro benessere mentale e emotivo attraverso una serie di meccanismi complessi.
Adottare una dieta equilibrata, ricca di cibi integrali, frutta, verdura, proteine magre e grassi sani, può essere un modo efficace per sostenere la salute mentale e promuovere una mente sana e felice
“La scoperta di un nuovo piatto è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella.”
Anthelme Brillat – politico e gastronomo francese.
“Il successo non arriva da un giorno all’altro. È quando ogni giorno diventi un po’ meglio del giorno prima”
Dwayne Johnson – attore, produttore cinematografico
Accogliere il Feedback: La Chiave per Crescere come Leader
il Feedback
Il successo non arriva mai in un istante; si costruisce attraverso il miglioramento continuo. Come ci insegna **Dwayne Johnson**, ogni giorno è un’opportunità per essere migliori. Accogliere il feedback con apertura è uno dei modi più efficaci per crescere sia a livello personale che professionale.
Una ricerca pubblicata su Harvard Business Review ha sottolineato un principio cruciali: i leader che integrano il feedback sono spesso visti come più efficaci dai loro collaboratori e colleghi. Questo suggerisce che la capacità di ricevere e agire sulle opinioni degli altri è fondamentale per il successo professionale e personale.
Esploriamo come il feedback possa diventare uno strumento potente per la crescita continua e il miglioramento della leadership
L’Importanza del Feedback nella Leadership
I leader di successo non solo guidano, ma sono anche pronti a ricevere e agire sul feedback.
Harvard Business Review evidenzia come questa abilità sia cruciale per costruire un team più forte e più produttivo. In questo articolo esploreremo come il feedback, se ben accolto, possa diventare uno strumento indispensabile per la crescita e il miglioramento continuo
1. Ascolto Attento: La Base della Crescita
Quando riceviamo feedback, sia esso positivo o negativo, è fondamentale praticare un ascolto attivo. Questo approccio ci aiuta a comprendere appieno le opinioni degli altri, senza lasciar spazio all’ego.
Secondo uno studio pubblicato nel *Journal of Applied Psychology*, i leader più attenti al feedback sono più abili nel costruire relazioni e nel migliorare le performance.
Strategie per un ascolto attento
Focalizzare l’attenzione: Concentrati completamente sulla persona che sta parlando.
Parafrasare: Ripeti ciò che hai sentito per confermare la comprensione.
Porre domande chiarificatrici: Se qualche punto non è chiaro, chiedi ulteriori spiegazioni.
2. Trovare la Verità nel Feedback
Anche quando il feedback è difficile da accettare, è essenziale cercare la verità in esso. Le critiche, anche se dure, possono contenere elementi di valore che offrono nuove prospettive.
Academy of Management Journal afferma che i leader che riescono a identificare la verità nelle critiche sono più capaci di adattarsi e migliorare le loro performance e prestazioni
3. Gratitudine per il Dono del Feedback
Esprimere sinceramente gratitudine verso coloro che forniscono feedback è un passo importante per mantenere un atteggiamento umile e aperto.
Anche se il feedback può essere presentato in modo diretto o duro, riconoscere il valore di ricevere opinioni oneste aiuta a mantenere un’attitudine positiva e un approccio costruttivo alla crescita personale e professionale.
Secondo Harvard Business Review , i leader che esprimono gratitudine per il feedback ricevuto tendono a costruire relazioni di lavoro più forti e collaborative con i loro team.
Modi per mostrare gratitudine
Ringraziare immediatamente: Esprimi il tuo apprezzamento subito dopo aver ricevuto il feedback.
Implementare i cambiamenti: Dimostra che il feedback è stato preso sul serio apportando le modifiche suggerite.
Feedback di ritorno: Condividi con chi ti ha dato il feedback come lo hai utilizzato per migliorare.
Il Ruolo del Feedback nella Crescita Personale
Il processo di ricerca, accogliere e reagire al feedback è essenziale per il miglioramento continuo.
Essere aperti alle opinioni degli altri consente di acquisire nuove prospettive e di identificare aree in cui è possibile crescere e svilupparsi ulteriormente come leader e individui.
La ricerca dimostra che i leader che incorporano il feedback nel loro sviluppo personale tendono ad essere più efficaci e rispettati.
Conclusioni: Il Feedback come Motore del Successo
In sintesi, ricevere feedback con umiltà e gratitudine è essenziale per il progresso personale e professionale.
Adottare un ascolto attivo, identificare gli aspetti utili nel feedback e mostrare apprezzamento per le opinioni ricevute sono abitudini cruciali per favorire il miglioramento e la crescita continua, ci aiuteranno a diventare leader migliori e persone più complete.
Integrando queste pratiche nella nostra routine quotidiana, possiamo crescere quotidianamente ed evolverci come leader più efficaci e persone più complete
Filmato tratto da “Due agenti molto speciali 2”
Una Breve Annotazione Cinematografica
Nel film *Due agenti molto speciali 2* (2022) film diretto da Louis Leterrier,, i protagonisti affrontano le difficoltà e imparano dai propri errori.
Anche in un contesto cinematografico, possiamo notare come il feedback – anche nelle sue forme più difficili – possa stimolare crescita e miglioramento.
“Il feedback ci spinge ad un lavoro supplementare, e per di più oneroso: è molto più semplice “dare la colpa” a qualche agente esterno piuttosto che assumersi in prima persona la responsabilità di un rendimento mediocre. Ecco perché solitamente non cerchiamo i feedback”
Diego Agostini – scrittore, manager sviluppo risorse umane
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/feedback.jpg12811920Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-28 09:09:002025-04-16 17:16:35Accogliere il Feedback: La Chiave per Crescere come Leader
“Commetti il più vecchio dei peccati nel più nuovo dei modi”
William Shakespeare – drammaturgo e poeta
Sesso Lento: Riscoprire il Piacere e la Connessione Profonda
Cos’è lo Sesso Lento?
Nella cultura occidentale, spesso il modo in cui facciamo l’amore rispecchia il ritmo frenetico in cui viviamo: rapido e senza tempo per vivere appieno il piacere.
Il sesso lento ci invita a rallentare e a concederci il tempo necessario per connetterci profondamente al nostro corpo e a quello del partner.
Questo approccio ci incoraggia a concentrarci sulle sensazioni interiori, creando un’esperienza più profonda e duratura di piacere, sperimentando il coinvolgimento di tutti i sensi
I Benefici dello Sesso Lento
La pratica del sesso lento consente ai partner di entrare in un contatto più autentico con il proprio corpo, ma anche di ascoltare e rispettare i desideri reciproci. Presenza, lentezza e delicatezza sono le parole chiave per imparare questa forma di sessualità. In questo processo, anche i preliminari, lo sguardo, le parole, e il tocco sono essenziali per una vera esperienza di intimità.
Il sesso lento aumenta l’intensità del piacere e migliora l’intesa con il partner.
La consapevolezza durante il rapporto sessuale stimola la corteccia prefrontale del cervello, migliorando l’autoconsapevolezza e riducendo le distrazioni. Inoltre, attiva il sistema nervoso parasimpatico, favorendo il rilassamento e incrementando il piacere.
Rallentare per una Connessione più Profonda
Il sesso rapido ed episodico, focalizzato principalmente sulla penetrazione e sull’orgasmo, può spesso portare a insoddisfazione sessuale, per lo più nel genere femminile
Al contrario, nel sesso lento, ci si concentra sulle sensazioni, sull’esplorazione reciproca, senza fretta di raggiungere il picco del piacere.
L’orgasmo non è l’obiettivo primario, ma una delle possibili esperienze che arricchiscono il viaggio sensoriale.
Vantaggi del Sesso Lento
Il sesso lento permette di esplorare zone erogene spesso trascurate, come il collo, la parte interna dei polsi, e la parte bassa della schiena, che sono ricche di terminazioni nervose.
Queste aree, se stimolate con un tocco delicato, possono amplificare l’eccitazione e intensificare il piacere. Inoltre, il sesso lento non è solo fisico, ma un approccio olistico che dà priorità alla connessione emotiva e alla consapevolezza.
Lentamente, i partner possono scoprire nuove modalità di piacere, riscoprendo il valore della carezza, del bacio prolungato, e della connessione emotiva durante ogni fase dell’incontro intimo.
Rallentare per Risvegliare la Sessualità
Il sesso lento può essere particolarmente utile per coppie che sperimentano disfunzioni sessuali (come eiaculazione precoce, anorgasmia o disturbi erettivi) o per chi desidera riaccendere il desiderio sessuale.
Spostando l’attenzione dal raggiungimento dell’orgasmo a un piacere più duraturo, si riscopre una nuova connessione erotica e si sviluppa una tensione sessuale quotidiana, che può essere mantenuta anche con poco tempo a disposizione.
L’Alchimia del Sesso Lento: Neurotrasmettitori e Ormoni in Gioco
Quando si pratica il sesso lento, una serie di ormoni e neurotrasmettitori vengono rilasciati nel corpo, giocando un ruolo fondamentale nel migliorare l’esperienza del piacere, favorendo il benessere e rafforzando il legame emotivo tra i partner.
Ecco alcuni degli ormoni e neurotrasmettitori che giocano un ruolo chiave:
Dopamina: Il neurotrasmettitore del desiderio, che si attiva durante l’attesa e l’esplorazione graduale del piacere.
Serotonina: Promuove la calma e l’appagamento emotivo, creando uno spazio sicuro per la connessione.
Ossitocina: L’ormone dell’amore, che si rilascia durante il contatto fisico prolungato, rafforzando il legame emotivo tra i partner.
Endorfine**: Agiscono come un analgesico naturale, riducendo lo stress e aumentando il benessere generale.
Approfondiamo il loro funzionamento e il modo in cui contribuiscono a creare una connessione più profonda e soddisfacente.
La Corteccia Prefrontale: Il Cervello e l’Attesa del Piacere
Nel sesso lento, non solo il corpo, ma anche la mente gioca un ruolo centrale.
La corteccia prefrontale, una delle aree più evolute del cervello, è responsabile di funzioni come l’autocontrollo, la pianificazione e la regolazione delle emozioni.
Quando rallentiamo, questa parte del cervello diventa particolarmente attiva, facilitando la consapevolezza e l’autocontrollo durante l’esperienza sessuale.
La corteccia prefrontale ci aiuta a concentrarci sul momento presente, a prestare attenzione a ogni tocco, ogni respiro, ogni sensazione. In un ambiente così consapevole, l’attesa stessa diventa parte integrante del piacere, e l’esperienza sessuale non si concentra solo sull’obiettivo finale (l’orgasmo), ma si estende a ogni fase dell’incontro intimo.
Questo tipo di concentrazione mentale fa sì che ogni momento diventi significativo, aumentando l’intensità del piacere.
Dopamina: Il Piacere dell’Attesa
La dopamina è uno dei neurotrasmettitori principali legati al desiderio e alla ricompensa. Quando rallentiamo e aumentiamo l’attesa nel sesso lento, la dopamina viene rilasciata in modo significativo. L’attesa stessa amplifica il desiderio, facendo crescere la tensione erotica tra i partner.
Questa sostanza chimica gioca un ruolo fondamentale nel ciclo del piacere, ed è spesso associata alla motivazione e alla gratificazione. Quando proviamo il desiderio, il nostro cervello libera dopamina, creando una sensazione di anticipazione che, nel caso del sesso lento, può aumentare la sensazione di piacere in modo più duraturo e profondo rispetto alla gratificazione immediata.
L’esperienza diventa quindi più emotiva e sensoriale, dando spazio all’eccitazione di essere in attesa di un piacere
Serotonina: La Calma nella Connessione
La serotonina, spesso definita l’ormone del “benessere”, è associata alla regolazione dell’umore e alla sensazione di calma e appagamento. Durante il sesso lento, i partner si concedono il tempo di connettersi emotivamente, di esplorare il corpo dell’altro con attenzione e senza fretta, creando uno spazio sicuro e rilassante.
La produzione di serotonina favorisce la sensazione di pienezza emotiva e soddisfazione che nasce dall’intimità profonda. In questo contesto, il sesso non è solo un atto fisico, ma un’esperienza che nutre anche il cuore e la mente, rendendo ogni tocco, bacio e sguardo un’espressione di amore e cura reciproca.
Inoltre, la serotonina gioca un ruolo importante nel rilassamento: più ci sentiamo sicuri e connessi con il partner, più è facile lasciarsi andare e godere del piacere senza ansia o preoccupazioni.
Ossitocina: Il Legame Profondo
Conosciuta anche come l’ormone dell’amore, l’ossitocina è una sostanza chimica fondamentale nella creazione di legami emotivi e affettivi. Viene rilasciata durante il contatto fisico, in particolare nei momenti di intimità come il bacio, l’abbraccio o il contatto pelle a pelle.
Nel sesso lento, l’ossitocina gioca un ruolo cruciale nel rafforzare il legame emotivo tra i partner. La produzione di ossitocina durante il contatto fisico prolungato favorisce un senso di connessione profonda, rendendo l’esperienza sessuale non solo un atto di piacere fisico, ma anche un atto di cura e intimità. È un ormonale che aiuta a rafforzare il legame tra i partner, rendendo l’intimità più sincera e genuina.
Quando la relazione si costruisce su una solida base di ossitocina, i partner si sentono più vicini e in sintonia, migliorando la qualità e la soddisfazione della relazione sessuale.
Endorfine: Il Piacere Naturale
Le **endorfine** sono neurotrasmettitori naturali che agiscono come **analgesici** naturali e sono direttamente collegate al piacere. Durante il sesso lento, l’intensificazione del piacere attraverso il tocco e l’esplorazione più attenta del corpo porta a un rilascio di endorfine, che riducono lo stress e migliorano il benessere fisico ed emotivo.
Le endorfine contribuiscono a creare una sensazione di euforia naturale e di appagamento che può durare anche dopo il termine del rapporto. Questo effetto “afterglow” è una delle ragioni per cui il sesso lento non solo migliora il piacere sessuale immediato, ma favorisce anche una sensazione di benessere a lungo termine.
I Punti Erogenei da Scoprire nel Sesso Lento
Nel sesso lento, non solo la penetrazione è importante, ma anche l’esplorazione di aree più sottili e sensibili del corpo. Ecco alcuni dei punti erogeni che meritano attenzione durante il rapporto:
Labbra e orecchie
Collo e nuca
Interno braccia e polsi
Zona lombare, interno coscia e retro ginocchia
Queste zone, quando toccate con delicatezza e intenzione, possono amplificare il piacere e creare una maggiore connessione tra i partner.
Ma ricordiamo sempre che ogni persona è diversa…..
Perché Scegliere il Sesso Lento?
Il sesso lento non è solo un atto fisico, ma un’opportunità per riscoprire il piacere autentico, che coinvolge corpo, mente ed emozioni. Concedersi il tempo di esplorare e connettersi consapevolmente con il partner crea uno spazio di intimità che nutre profondamente la relazione.
Rallentare non significa solo fare sesso, ma vivere un’esperienza che arricchisce la relazione, facendo dell’intimità un vero e proprio rituale.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Nel sesso lento, ogni tocco, bacio e carezza è accompagnato dal rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che favoriscono il piacere, la connessione e il benessere complessivo.
La corteccia prefrontale ci aiuta a rimanere presenti e consapevoli durante il processo, mentre sostanze come la dopamina, la serotonina, lossitocina e le endorfine amplificano l’esperienza sensoriale, creando una nuova dimensione di intimità.
Rallentando il ritmo e concentrandosi sul piacere e sulla connessione reciproca, possiamo trasformare il sesso in un’esperienza che nutre non solo il corpo, ma anche la mente e l’anima, migliorando la qualità della relazione e creando una base solida per un’intimità duratura.
Se desideri una sessualità più consapevole, il sesso lento è una pratica che può migliorare l’intimità, rafforzare la connessione con il partner e risvegliare nuove dimensioni di piacere.
È il momento giusto per riscoprire il piacere autentico e la bellezza di fare l’amore con calma e consapevolezza.
“Ci sono solo due cose che un uomo e una donna possono fare in un giorno di pioggia. E a me non piace vedere la televisione”
Carol Burnett – attrice, comica, conduttrice televisiva
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/sesso-lento.png5051186Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-14 09:00:002025-04-16 17:17:32Sesso Lento: Riscoprire il Piacere e la Connessione Profonda
“I due sessi non sono inferiori o superiori l’uno all’altro. Sono semplicemente diversi”
Gregorio Marañón – medico, scrittore e filosofo
Perché le donne non chiamano il carro attrezzi?
L’uguaglianza tra uomini e donne è fondamentale, ma questo non significa che abbiano le stesse abilità o che reagiscano agli eventi nello stesso modo. Le differenze tra i due sessi sono il risultato di millenni di evoluzione e si riflettono anche nelle situazioni quotidiane, come nel caso di un’auto in panne.
Differenze di comportamento tra uomini e donne
Differenze di comportamento tra uomini e donne: Uno studio sulle abitudini di uomini e donne ha evidenziato un dato interessante: quando la macchina si ferma improvvisamente, la maggior parte delle donne non chiama immediatamente il carro attrezzi: Prima effettuano altre telefonate, spesso a un familiare, al partner o a un’amica. Gli uomini, invece, contattano direttamente il meccanico o il servizio di soccorso stradale, e solo dopo avvisano eventuali conoscenti.
Ma perché questa differenza? La risposta sta nel modo in cui i cervelli maschile e femminile sono programmati per affrontare i problemi.
Condivisione vs. soluzione: due approcci diversi
Le donne tendono a essere orientate alla relazione, mentre gli uomini sono orientati all’azione. Questo schema si riflette anche nel modo in cui affrontano le difficoltà:
Le donne danno priorità alla condivisione del problema, a volte anche più della soluzione stessa. Parlare con qualcuno è per loro un modo per elaborare la situazione.
Gli uomini si focalizzano sulla risoluzione immediata del problema, spesso senza sentire il bisogno di discuterne con altri. L’obiettivo principale è trovare una soluzione nel minor tempo possibile.
L’origine evolutiva di questa differenza
Questa distinzione ha radici profonde nella storia dell’umanità. Per quanto oggi possiamo volare, chiacchierare guardandoci anche a centinaia di km di distanza, l’evoluzione tecnologica è molto più veloce di quella biologica. Per millenni, le donne hanno vissuto e lavorato in piccoli gruppi, occupandosi della prole, della conservazione del cibo e della cura della comunità. Mantenere l’armonia all’interno del gruppo era essenziale per la sopravvivenza, motivo per cui la comunicazione e la condivisione sono diventate elementi chiave del loro comportamento. Gli uomini, invece, erano cacciatori o agricoltori e operavano spesso in solitaria. Se si presentava un problema, dovevano risolverlo rapidamente e in autonomia, senza perdere tempo in discussioni
Cosa significa oggi questa differenza?
Sebbene la società sia cambiata radicalmente, la nostra biologia non si è evoluta altrettanto velocemente. Ancora oggi, quando si presenta un problema:
Le donne tendono a parlarne e a cercare condivisione emotiva.
Gli uomini cercano subito la soluzione più efficace e veloce.
Questa differenza è alla base di molte incomprensioni e discussioni tra i sessi. Spesso, uomini e donne parlano dello stesso problema, ma con scopi completamente diversi: mentre lei usa la situazione per creare condivisione e relazione (perché nella maggior parte dei casi è assolutamente in grado di risolvere il problema anche da sola), lui cerca una soluzione pratica immediata.
Come evitare conflitti grazie a questa consapevolezza
Essere consapevoli di queste differenze può aiutarci a migliorare la comunicazione e a ridurre le incomprensioni. In una discussione, una donna può spiegare chiaramente che ha bisogno di essere ascoltata, senza che il suo interlocutore si senta obbligato a trovare subito una soluzione. D’altra parte, un uomo può chiarire che cerca una soluzione, senza troppi fronzoli.
Capire questi meccanismi ci permette di migliorare le relazioni e affrontare le difficoltà con maggiore empatia e comprensione.
“Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità”
Margaret Mazzantini – scrittrice, drammaturga, attrice
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/03/differenze-uomo-donna.png315851Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-07 09:23:002025-04-16 17:17:49Perché le donne non chiamano il carro attrezzi?
“Il cambiamento è inevitabile, tranne che dai distributori automatici”
Robert C. Gallagher – politico e arcivescovo inglese
Il Cambiamento: La Costante della Vita e Come Abbracciarlo
Il Cambiamento: Una Verità Universale
“Le persone non cambiano”: quante volte abbiamo sentito questa frase? Eppure, per gli scienziati, questa convinzione è fonte di frustrazione.
Il cambiamento è l’unica costante della scienza (e nella vita), In ogni ambito della scienza, dall’energia alla materia, tutto si trasforma continuamente. Nulla rimane statico: tutto matura, si evolve e si rinnova, si trasforma continuamente, si fonde, cresce e muore.
Nella natura, nulla resta immutato. Ciò che invece è innaturale è la nostra resistenza al cambiamento.
Noi esseri umani spesso resistiamo al cambiamento, cercando di aggrapparci a ciò che conosciamo, anche quando ciò ci trattiene. Ci aggrappiamo a ciò che era, ai vecchi ricordi, alle convinzioni che tutto possa essere immutabile invece di costruirne di nuovi.
Questo atteggiamento si scontra non solo con le leggi scientifiche ma anche con il nostro potenziale di evoluzione.
Perché Resistere al Cambiamento è Innaturale
Il nostro attaccamento al passato — ai ricordi, alle abitudini, alle certezze — è una forma di auto-protezione. Molte persone vedono il cambiamento come una minaccia, un’interruzione di quella che percepiscono come stabilità.
Mantenere, nonostante tutto, lo status quo delle cose ci fa sentire al sicuro in un mondo che cambia continuamente, Ma resistere al cambiamento non è naturale.
La vita è un flusso continuo, e questa resistenza, negare questa realtà, può impedirci di evolvere e crescere, può diventare un ostacolo al progresso personale.
Il cambiamento è inevitabile e come lo viviamo dipende esclusivamente da noi.
Il Cambiamento come Opportunità
Possiamo percepire il cambiamento come una fine o come un’occasione per rinascere. Abbracciarlo con consapevolezza può trasformarsi in un’esperienza liberatoria, simile a una scarica di adrenalina.
Allentare la presa su ciò che era e lasciarsi trasportare dal flusso del cambiamento ci permette di vivere con più pienezza. Ogni momento può essere un punto di partenza, un’altra opportunità per costruire nuovi ricordi, nuove esperienze e una nuova versione di noi stessi.
Come Viviamo il Cambiamento?
La nostra percezione del cambiamento dipende dalla nostra prospettiva:
Come una perdita: Possiamo vederlo come una fine, qualcosa da temere e da evitare a tutti i costi.
Come una rinascita: Oppure possiamo accoglierlo come una seconda occasione, un’opportunità per ricominciare e reinventarci.
Lasciare Andare per Rinascere. Come Accettare il Cambiamento
Come Accettare il Cambiamento
Riconosci la tua Resistenza: Essere consapevoli delle proprie paure è il primo passo per affrontarle.
Pratica il Distacco: Impara a lasciar andare ciò che non ti serve più. Questo può significare persone, situazioni o abitudini.
Concentrati sul Presente: Il cambiamento è un’opportunità per vivere nel qui e ora, senza restare intrappolati nel passato.
Cerca il Supporto: Parlare con uno psicologo può aiutarti a gestire i sentimenti legati al cambiamento e a trasformarli in crescita.
Allentare la presa sul passato non è facile, ma è essenziale per vivere appieno. Se impariamo a lasciare andare, il cambiamento può diventare un’esperienza esaltante, un’adrenalina che ci spinge verso nuove opportunità. Ogni momento di cambiamento è una possibilità di rinascita, un’occasione per scoprire chi siamo davvero.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Il cambiamento non è qualcosa da temere, ma una realtà da accettare, accogliere e vivere con consapevolezza. Ogni trasformazione è un’opportunità per crescere, una nuova possibilità di vita, evolvere e riscoprire la quotidianità con occhi nuovi. Se impariamo a viverlo con apertura e coraggio, possiamo scoprire un mondo di opportunità che prima ci sembrava irraggiungibile.
Apri le dita, lascia andare e permetti al cambiamento di trasformarti….
“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”
Charles Darwin – biologo, naturalista, geologo, esploratore
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2024/12/cambiamento-testata-min.jpg12801920Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-30 09:14:002025-04-16 17:18:14Il Cambiamento: La Costante della Vita e Come Abbracciarlo
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