“A volte chiamiamo noia quella pace che il nostro cuore non ha mai imparato a meritare.”
Ralph WaldEnea Valori, – psiconeurologo e
Quando l’Amore Non Fa Male. Perché la pace ci spaventa più del caos?
Dopo anni di ascolto, con l’onore di aver accompagnato molte persone nei loro percorsi, mi rendo conto di come una delle trappole più invisibili — e più dolorose — dell’amore sia la confusione tra pace e noia.
Spesso accade che si incontri una persona che ci rispetta, ci ascolta e ci accoglie perchè andiamo benissimo così. Una realzione dove non vi è nulla da combattere, nulla da conquistare. Una relazione dove il cuore potrebbe finalmente riposare. Ma invece… ci si sente irrequieti, vuoti, disorientati. Quasi “spenti”.
“È davvero noia, o è la tua ferita che non riconosce un amore che non ti ferisce?”
La tensione emotiva a cui siamo abituati
Se nelle nostre storie d’amore (qualunque tipo d’amore: genitoriale, amicale, romantico…) ci sono stati più momenti di rincorsa, attesa, briciole di attenzione da mendicare, conflitto e passione infuocata… allora una relazione stabile, senza altalene, senza montagne russe di emozioni, dove siamo riconosciuti e rispettati, può sembrarci piatta, poco appagante. Ma non lo è.
È solo che il nostro sistema nervoso — abituato all’allarme — non sa ancora distinguere la calma dalla disconnessione. Ecco perché un amore sano può sembrare freddo se dentro di noi l’unico amore conosciuto è stato una lotta continua per esistere, sopravvivere, essere ricambiati.
Neurochimica della dipendenza affettiva
Le emozioni intense legate all’instabilità, al senso di pericolo e alla conquista, attivano nel cervello circuiti dopaminergici simili a quelli della dipendenza.
Il cortisolo (ormone dello stress) e l’adrenalina diventano i nostri compagni invisibili, e senza di loro ci sentiamo “spenti”.
La tranquillità, quindi, non è noia: è disintossicazione. Ma il processo di disintossicazione può fare paura. Ci mette a confronto con un vuoto che non è il segno della fine dell’amore, ma l’inizio della guarigione.
Il dolore che confondiamo con amore
Molte persone non fuggono dall’amore.
Fuggono dalla calma.
Perché quando il cuore ha imparato a sentire solo nel dolore, allora la quiete viene scambiata per assenza di vita. Ma è solo assenza di ferita.
Ecco perché, in terapia, spesso diciamo: “Non è l’amore che manca. È solo sparita l’adrenalina del dolore.”
Cosa fare quando la pace ti sembra vuota
Riconosci la ferita: ammettere che la percezione dell’amore è stata modellata dal dolore può essere triste e generare timore, ma ci permette di ricostruire per iniziare il processo di guarigione.
Accetta la disintossicazione emotiva: il tuo sistema nervoso sta imparando a stare senza picchi.
Coltiva nuove associazioni: impara che amore può voler dire calma, sicurezza, nutrimento.
Fermati e respira nella calma: la quiete può essere un terreno fertile, non un vuoto.
Calma, sicurezza e nutrimento: la gioia che nasce piano
All’inizio, la calma può sembrare vuota. La sicurezza, noiosa. Il nutrimento, poco eccitante.
Eppure, è da lì che, lentamente, sboccia la gioia autentica — quella che non ha bisogno di picchi emotivi per farsi sentire qualcosa, ma una gioia attiva, costante che ci riempie e ci nutre.
Quando una relazione ci offre sicurezza, il sistema nervoso si rilassa.
Il corpo esce dall’allerta, si regola, si apre. In quello spazio libero dalla minaccia, emergono emozioni nuove: non esplosive, ma profonde. Non teatrali, ma piene, appaganti e durature.
La calma è il terreno fertile per l’intimità.
In assenza di paura, possiamo davvero mostrarci e sentirci gratificati di essere. Non più trattenuti dal bisogno di difenderci o di rincorrere l’altro, possiamo finalmente essere, vivere, sentire. E in questo essere, sboccia la connessione, connessione mentale, fisica, emotiva.
La sicurezza permette l’espansione.
Quando smettiamo di temere l’abbandono, di sentireci in un conflitto costante, di non percepire che andiamo bene come siamo, finalmente possiamo dedicarci a crescere, a creare, a condividere davvero.
Il tempo condiviso non è più consumato dalla tensione, ma generativo, per noi stessi e per gli altri.
Il nutrimento crea memoria emotiva positiva.
I piccoli gesti, le attenzioni costanti, il sapere che si è pensati anche quando non si è presenti: tutto questo nutre i circuiti cerebrali dell’attaccamento sicuro. E nel tempo, costruisce un senso di gioia stabile, sottile, ma profonda.
La vera felicità relazionale non urla. Respira. Non abbaglia. Illumina.
Nel lungo periodo, queste esperienze diventano la base sicura da cui nasce la gratitudine, la leggerezza, la tenerezza — emozioni forse meno scenografiche, ma molto più sane e durature. Emozioni che fanno bene al corpo, al cuore e al cervello.
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È nella calma che il cuore impara a non confondere amore e sopravvivenza
“L’amore vero non accende fuochi per farti bruciare, ma accoglie la tua pelle stanca e la insegna a riposare”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/06/cuore-immerso-nella-quiete.jpg8521280Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-10-15 09:09:002025-07-10 09:08:04Quando l’Amore Non Fa Male: perché la pace ci spaventa più del caos
“Il successo non arriva da un giorno all’altro. È quando ogni giorno diventi un po’ meglio del giorno prima”
Dwayne Johnson – attore, produttore cinematografico
Accogliere il Feedback: La Chiave per Crescere come Leader
il Feedback
Il successo non arriva mai in un istante; si costruisce attraverso il miglioramento continuo. Come ci insegna **Dwayne Johnson**, ogni giorno è un’opportunità per essere migliori. Accogliere il feedback con apertura è uno dei modi più efficaci per crescere sia a livello personale che professionale.
Una ricerca pubblicata su Harvard Business Review ha sottolineato un principio cruciali: i leader che integrano il feedback sono spesso visti come più efficaci dai loro collaboratori e colleghi. Questo suggerisce che la capacità di ricevere e agire sulle opinioni degli altri è fondamentale per il successo professionale e personale.
Esploriamo come il feedback possa diventare uno strumento potente per la crescita continua e il miglioramento della leadership
L’Importanza del Feedback nella Leadership
I leader di successo non solo guidano, ma sono anche pronti a ricevere e agire sul feedback.
Harvard Business Review evidenzia come questa abilità sia cruciale per costruire un team più forte e più produttivo. In questo articolo esploreremo come il feedback, se ben accolto, possa diventare uno strumento indispensabile per la crescita e il miglioramento continuo
1. Ascolto Attento: La Base della Crescita
Quando riceviamo feedback, sia esso positivo o negativo, è fondamentale praticare un ascolto attivo. Questo approccio ci aiuta a comprendere appieno le opinioni degli altri, senza lasciar spazio all’ego.
Secondo uno studio pubblicato nel *Journal of Applied Psychology*, i leader più attenti al feedback sono più abili nel costruire relazioni e nel migliorare le performance.
Strategie per un ascolto attento
Focalizzare l’attenzione: Concentrati completamente sulla persona che sta parlando.
Parafrasare: Ripeti ciò che hai sentito per confermare la comprensione.
Porre domande chiarificatrici: Se qualche punto non è chiaro, chiedi ulteriori spiegazioni.
2. Trovare la Verità nel Feedback
Anche quando il feedback è difficile da accettare, è essenziale cercare la verità in esso. Le critiche, anche se dure, possono contenere elementi di valore che offrono nuove prospettive.
Academy of Management Journal afferma che i leader che riescono a identificare la verità nelle critiche sono più capaci di adattarsi e migliorare le loro performance e prestazioni
3. Gratitudine per il Dono del Feedback
Esprimere sinceramente gratitudine verso coloro che forniscono feedback è un passo importante per mantenere un atteggiamento umile e aperto.
Anche se il feedback può essere presentato in modo diretto o duro, riconoscere il valore di ricevere opinioni oneste aiuta a mantenere un’attitudine positiva e un approccio costruttivo alla crescita personale e professionale.
Secondo Harvard Business Review , i leader che esprimono gratitudine per il feedback ricevuto tendono a costruire relazioni di lavoro più forti e collaborative con i loro team.
Modi per mostrare gratitudine
Ringraziare immediatamente: Esprimi il tuo apprezzamento subito dopo aver ricevuto il feedback.
Implementare i cambiamenti: Dimostra che il feedback è stato preso sul serio apportando le modifiche suggerite.
Feedback di ritorno: Condividi con chi ti ha dato il feedback come lo hai utilizzato per migliorare.
Il Ruolo del Feedback nella Crescita Personale
Il processo di ricerca, accogliere e reagire al feedback è essenziale per il miglioramento continuo.
Essere aperti alle opinioni degli altri consente di acquisire nuove prospettive e di identificare aree in cui è possibile crescere e svilupparsi ulteriormente come leader e individui.
La ricerca dimostra che i leader che incorporano il feedback nel loro sviluppo personale tendono ad essere più efficaci e rispettati.
Conclusioni: Il Feedback come Motore del Successo
In sintesi, ricevere feedback con umiltà e gratitudine è essenziale per il progresso personale e professionale.
Adottare un ascolto attivo, identificare gli aspetti utili nel feedback e mostrare apprezzamento per le opinioni ricevute sono abitudini cruciali per favorire il miglioramento e la crescita continua, ci aiuteranno a diventare leader migliori e persone più complete.
Integrando queste pratiche nella nostra routine quotidiana, possiamo crescere quotidianamente ed evolverci come leader più efficaci e persone più complete
Filmato tratto da “Due agenti molto speciali 2”
Una Breve Annotazione Cinematografica
Nel film *Due agenti molto speciali 2* (2022) film diretto da Louis Leterrier,, i protagonisti affrontano le difficoltà e imparano dai propri errori.
Anche in un contesto cinematografico, possiamo notare come il feedback – anche nelle sue forme più difficili – possa stimolare crescita e miglioramento.
“Il feedback ci spinge ad un lavoro supplementare, e per di più oneroso: è molto più semplice “dare la colpa” a qualche agente esterno piuttosto che assumersi in prima persona la responsabilità di un rendimento mediocre. Ecco perché solitamente non cerchiamo i feedback”
Diego Agostini – scrittore, manager sviluppo risorse umane
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/feedback.jpg12811920Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-28 09:09:002025-04-16 17:16:35Accogliere il Feedback: La Chiave per Crescere come Leader
“Commetti il più vecchio dei peccati nel più nuovo dei modi”
William Shakespeare – drammaturgo e poeta
Sesso Lento: Riscoprire il Piacere e la Connessione Profonda
Cos’è lo Sesso Lento?
Nella cultura occidentale, spesso il modo in cui facciamo l’amore rispecchia il ritmo frenetico in cui viviamo: rapido e senza tempo per vivere appieno il piacere.
Il sesso lento ci invita a rallentare e a concederci il tempo necessario per connetterci profondamente al nostro corpo e a quello del partner.
Questo approccio ci incoraggia a concentrarci sulle sensazioni interiori, creando un’esperienza più profonda e duratura di piacere, sperimentando il coinvolgimento di tutti i sensi
I Benefici dello Sesso Lento
La pratica del sesso lento consente ai partner di entrare in un contatto più autentico con il proprio corpo, ma anche di ascoltare e rispettare i desideri reciproci. Presenza, lentezza e delicatezza sono le parole chiave per imparare questa forma di sessualità. In questo processo, anche i preliminari, lo sguardo, le parole, e il tocco sono essenziali per una vera esperienza di intimità.
Il sesso lento aumenta l’intensità del piacere e migliora l’intesa con il partner.
La consapevolezza durante il rapporto sessuale stimola la corteccia prefrontale del cervello, migliorando l’autoconsapevolezza e riducendo le distrazioni. Inoltre, attiva il sistema nervoso parasimpatico, favorendo il rilassamento e incrementando il piacere.
Rallentare per una Connessione più Profonda
Il sesso rapido ed episodico, focalizzato principalmente sulla penetrazione e sull’orgasmo, può spesso portare a insoddisfazione sessuale, per lo più nel genere femminile
Al contrario, nel sesso lento, ci si concentra sulle sensazioni, sull’esplorazione reciproca, senza fretta di raggiungere il picco del piacere.
L’orgasmo non è l’obiettivo primario, ma una delle possibili esperienze che arricchiscono il viaggio sensoriale.
Vantaggi del Sesso Lento
Il sesso lento permette di esplorare zone erogene spesso trascurate, come il collo, la parte interna dei polsi, e la parte bassa della schiena, che sono ricche di terminazioni nervose.
Queste aree, se stimolate con un tocco delicato, possono amplificare l’eccitazione e intensificare il piacere. Inoltre, il sesso lento non è solo fisico, ma un approccio olistico che dà priorità alla connessione emotiva e alla consapevolezza.
Lentamente, i partner possono scoprire nuove modalità di piacere, riscoprendo il valore della carezza, del bacio prolungato, e della connessione emotiva durante ogni fase dell’incontro intimo.
Rallentare per Risvegliare la Sessualità
Il sesso lento può essere particolarmente utile per coppie che sperimentano disfunzioni sessuali (come eiaculazione precoce, anorgasmia o disturbi erettivi) o per chi desidera riaccendere il desiderio sessuale.
Spostando l’attenzione dal raggiungimento dell’orgasmo a un piacere più duraturo, si riscopre una nuova connessione erotica e si sviluppa una tensione sessuale quotidiana, che può essere mantenuta anche con poco tempo a disposizione.
L’Alchimia del Sesso Lento: Neurotrasmettitori e Ormoni in Gioco
Quando si pratica il sesso lento, una serie di ormoni e neurotrasmettitori vengono rilasciati nel corpo, giocando un ruolo fondamentale nel migliorare l’esperienza del piacere, favorendo il benessere e rafforzando il legame emotivo tra i partner.
Ecco alcuni degli ormoni e neurotrasmettitori che giocano un ruolo chiave:
Dopamina: Il neurotrasmettitore del desiderio, che si attiva durante l’attesa e l’esplorazione graduale del piacere.
Serotonina: Promuove la calma e l’appagamento emotivo, creando uno spazio sicuro per la connessione.
Ossitocina: L’ormone dell’amore, che si rilascia durante il contatto fisico prolungato, rafforzando il legame emotivo tra i partner.
Endorfine**: Agiscono come un analgesico naturale, riducendo lo stress e aumentando il benessere generale.
Approfondiamo il loro funzionamento e il modo in cui contribuiscono a creare una connessione più profonda e soddisfacente.
La Corteccia Prefrontale: Il Cervello e l’Attesa del Piacere
Nel sesso lento, non solo il corpo, ma anche la mente gioca un ruolo centrale.
La corteccia prefrontale, una delle aree più evolute del cervello, è responsabile di funzioni come l’autocontrollo, la pianificazione e la regolazione delle emozioni.
Quando rallentiamo, questa parte del cervello diventa particolarmente attiva, facilitando la consapevolezza e l’autocontrollo durante l’esperienza sessuale.
La corteccia prefrontale ci aiuta a concentrarci sul momento presente, a prestare attenzione a ogni tocco, ogni respiro, ogni sensazione. In un ambiente così consapevole, l’attesa stessa diventa parte integrante del piacere, e l’esperienza sessuale non si concentra solo sull’obiettivo finale (l’orgasmo), ma si estende a ogni fase dell’incontro intimo.
Questo tipo di concentrazione mentale fa sì che ogni momento diventi significativo, aumentando l’intensità del piacere.
Dopamina: Il Piacere dell’Attesa
La dopamina è uno dei neurotrasmettitori principali legati al desiderio e alla ricompensa. Quando rallentiamo e aumentiamo l’attesa nel sesso lento, la dopamina viene rilasciata in modo significativo. L’attesa stessa amplifica il desiderio, facendo crescere la tensione erotica tra i partner.
Questa sostanza chimica gioca un ruolo fondamentale nel ciclo del piacere, ed è spesso associata alla motivazione e alla gratificazione. Quando proviamo il desiderio, il nostro cervello libera dopamina, creando una sensazione di anticipazione che, nel caso del sesso lento, può aumentare la sensazione di piacere in modo più duraturo e profondo rispetto alla gratificazione immediata.
L’esperienza diventa quindi più emotiva e sensoriale, dando spazio all’eccitazione di essere in attesa di un piacere
Serotonina: La Calma nella Connessione
La serotonina, spesso definita l’ormone del “benessere”, è associata alla regolazione dell’umore e alla sensazione di calma e appagamento. Durante il sesso lento, i partner si concedono il tempo di connettersi emotivamente, di esplorare il corpo dell’altro con attenzione e senza fretta, creando uno spazio sicuro e rilassante.
La produzione di serotonina favorisce la sensazione di pienezza emotiva e soddisfazione che nasce dall’intimità profonda. In questo contesto, il sesso non è solo un atto fisico, ma un’esperienza che nutre anche il cuore e la mente, rendendo ogni tocco, bacio e sguardo un’espressione di amore e cura reciproca.
Inoltre, la serotonina gioca un ruolo importante nel rilassamento: più ci sentiamo sicuri e connessi con il partner, più è facile lasciarsi andare e godere del piacere senza ansia o preoccupazioni.
Ossitocina: Il Legame Profondo
Conosciuta anche come l’ormone dell’amore, l’ossitocina è una sostanza chimica fondamentale nella creazione di legami emotivi e affettivi. Viene rilasciata durante il contatto fisico, in particolare nei momenti di intimità come il bacio, l’abbraccio o il contatto pelle a pelle.
Nel sesso lento, l’ossitocina gioca un ruolo cruciale nel rafforzare il legame emotivo tra i partner. La produzione di ossitocina durante il contatto fisico prolungato favorisce un senso di connessione profonda, rendendo l’esperienza sessuale non solo un atto di piacere fisico, ma anche un atto di cura e intimità. È un ormonale che aiuta a rafforzare il legame tra i partner, rendendo l’intimità più sincera e genuina.
Quando la relazione si costruisce su una solida base di ossitocina, i partner si sentono più vicini e in sintonia, migliorando la qualità e la soddisfazione della relazione sessuale.
Endorfine: Il Piacere Naturale
Le **endorfine** sono neurotrasmettitori naturali che agiscono come **analgesici** naturali e sono direttamente collegate al piacere. Durante il sesso lento, l’intensificazione del piacere attraverso il tocco e l’esplorazione più attenta del corpo porta a un rilascio di endorfine, che riducono lo stress e migliorano il benessere fisico ed emotivo.
Le endorfine contribuiscono a creare una sensazione di euforia naturale e di appagamento che può durare anche dopo il termine del rapporto. Questo effetto “afterglow” è una delle ragioni per cui il sesso lento non solo migliora il piacere sessuale immediato, ma favorisce anche una sensazione di benessere a lungo termine.
I Punti Erogenei da Scoprire nel Sesso Lento
Nel sesso lento, non solo la penetrazione è importante, ma anche l’esplorazione di aree più sottili e sensibili del corpo. Ecco alcuni dei punti erogeni che meritano attenzione durante il rapporto:
Labbra e orecchie
Collo e nuca
Interno braccia e polsi
Zona lombare, interno coscia e retro ginocchia
Queste zone, quando toccate con delicatezza e intenzione, possono amplificare il piacere e creare una maggiore connessione tra i partner.
Ma ricordiamo sempre che ogni persona è diversa…..
Perché Scegliere il Sesso Lento?
Il sesso lento non è solo un atto fisico, ma un’opportunità per riscoprire il piacere autentico, che coinvolge corpo, mente ed emozioni. Concedersi il tempo di esplorare e connettersi consapevolmente con il partner crea uno spazio di intimità che nutre profondamente la relazione.
Rallentare non significa solo fare sesso, ma vivere un’esperienza che arricchisce la relazione, facendo dell’intimità un vero e proprio rituale.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Nel sesso lento, ogni tocco, bacio e carezza è accompagnato dal rilascio di ormoni e neurotrasmettitori che favoriscono il piacere, la connessione e il benessere complessivo.
La corteccia prefrontale ci aiuta a rimanere presenti e consapevoli durante il processo, mentre sostanze come la dopamina, la serotonina, lossitocina e le endorfine amplificano l’esperienza sensoriale, creando una nuova dimensione di intimità.
Rallentando il ritmo e concentrandosi sul piacere e sulla connessione reciproca, possiamo trasformare il sesso in un’esperienza che nutre non solo il corpo, ma anche la mente e l’anima, migliorando la qualità della relazione e creando una base solida per un’intimità duratura.
Se desideri una sessualità più consapevole, il sesso lento è una pratica che può migliorare l’intimità, rafforzare la connessione con il partner e risvegliare nuove dimensioni di piacere.
È il momento giusto per riscoprire il piacere autentico e la bellezza di fare l’amore con calma e consapevolezza.
“Ci sono solo due cose che un uomo e una donna possono fare in un giorno di pioggia. E a me non piace vedere la televisione”
Carol Burnett – attrice, comica, conduttrice televisiva
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/sesso-lento.png5051186Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-14 09:00:002025-04-16 17:17:32Sesso Lento: Riscoprire il Piacere e la Connessione Profonda
“I due sessi non sono inferiori o superiori l’uno all’altro. Sono semplicemente diversi”
Gregorio Marañón – medico, scrittore e filosofo
Perché le donne non chiamano il carro attrezzi?
L’uguaglianza tra uomini e donne è fondamentale, ma questo non significa che abbiano le stesse abilità o che reagiscano agli eventi nello stesso modo. Le differenze tra i due sessi sono il risultato di millenni di evoluzione e si riflettono anche nelle situazioni quotidiane, come nel caso di un’auto in panne.
Differenze di comportamento tra uomini e donne
Differenze di comportamento tra uomini e donne: Uno studio sulle abitudini di uomini e donne ha evidenziato un dato interessante: quando la macchina si ferma improvvisamente, la maggior parte delle donne non chiama immediatamente il carro attrezzi: Prima effettuano altre telefonate, spesso a un familiare, al partner o a un’amica. Gli uomini, invece, contattano direttamente il meccanico o il servizio di soccorso stradale, e solo dopo avvisano eventuali conoscenti.
Ma perché questa differenza? La risposta sta nel modo in cui i cervelli maschile e femminile sono programmati per affrontare i problemi.
Condivisione vs. soluzione: due approcci diversi
Le donne tendono a essere orientate alla relazione, mentre gli uomini sono orientati all’azione. Questo schema si riflette anche nel modo in cui affrontano le difficoltà:
Le donne danno priorità alla condivisione del problema, a volte anche più della soluzione stessa. Parlare con qualcuno è per loro un modo per elaborare la situazione.
Gli uomini si focalizzano sulla risoluzione immediata del problema, spesso senza sentire il bisogno di discuterne con altri. L’obiettivo principale è trovare una soluzione nel minor tempo possibile.
L’origine evolutiva di questa differenza
Questa distinzione ha radici profonde nella storia dell’umanità. Per quanto oggi possiamo volare, chiacchierare guardandoci anche a centinaia di km di distanza, l’evoluzione tecnologica è molto più veloce di quella biologica. Per millenni, le donne hanno vissuto e lavorato in piccoli gruppi, occupandosi della prole, della conservazione del cibo e della cura della comunità. Mantenere l’armonia all’interno del gruppo era essenziale per la sopravvivenza, motivo per cui la comunicazione e la condivisione sono diventate elementi chiave del loro comportamento. Gli uomini, invece, erano cacciatori o agricoltori e operavano spesso in solitaria. Se si presentava un problema, dovevano risolverlo rapidamente e in autonomia, senza perdere tempo in discussioni
Cosa significa oggi questa differenza?
Sebbene la società sia cambiata radicalmente, la nostra biologia non si è evoluta altrettanto velocemente. Ancora oggi, quando si presenta un problema:
Le donne tendono a parlarne e a cercare condivisione emotiva.
Gli uomini cercano subito la soluzione più efficace e veloce.
Questa differenza è alla base di molte incomprensioni e discussioni tra i sessi. Spesso, uomini e donne parlano dello stesso problema, ma con scopi completamente diversi: mentre lei usa la situazione per creare condivisione e relazione (perché nella maggior parte dei casi è assolutamente in grado di risolvere il problema anche da sola), lui cerca una soluzione pratica immediata.
Come evitare conflitti grazie a questa consapevolezza
Essere consapevoli di queste differenze può aiutarci a migliorare la comunicazione e a ridurre le incomprensioni. In una discussione, una donna può spiegare chiaramente che ha bisogno di essere ascoltata, senza che il suo interlocutore si senta obbligato a trovare subito una soluzione. D’altra parte, un uomo può chiarire che cerca una soluzione, senza troppi fronzoli.
Capire questi meccanismi ci permette di migliorare le relazioni e affrontare le difficoltà con maggiore empatia e comprensione.
“Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità”
Margaret Mazzantini – scrittrice, drammaturga, attrice
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/03/differenze-uomo-donna.png315851Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-05-07 09:23:002025-04-16 17:17:49Perché le donne non chiamano il carro attrezzi?
“Il cambiamento è inevitabile, tranne che dai distributori automatici”
Robert C. Gallagher – politico e arcivescovo inglese
Il Cambiamento: La Costante della Vita e Come Abbracciarlo
Il Cambiamento: Una Verità Universale
“Le persone non cambiano”: quante volte abbiamo sentito questa frase? Eppure, per gli scienziati, questa convinzione è fonte di frustrazione.
Il cambiamento è l’unica costante della scienza (e nella vita), In ogni ambito della scienza, dall’energia alla materia, tutto si trasforma continuamente. Nulla rimane statico: tutto matura, si evolve e si rinnova, si trasforma continuamente, si fonde, cresce e muore.
Nella natura, nulla resta immutato. Ciò che invece è innaturale è la nostra resistenza al cambiamento.
Noi esseri umani spesso resistiamo al cambiamento, cercando di aggrapparci a ciò che conosciamo, anche quando ciò ci trattiene. Ci aggrappiamo a ciò che era, ai vecchi ricordi, alle convinzioni che tutto possa essere immutabile invece di costruirne di nuovi.
Questo atteggiamento si scontra non solo con le leggi scientifiche ma anche con il nostro potenziale di evoluzione.
Perché Resistere al Cambiamento è Innaturale
Il nostro attaccamento al passato — ai ricordi, alle abitudini, alle certezze — è una forma di auto-protezione. Molte persone vedono il cambiamento come una minaccia, un’interruzione di quella che percepiscono come stabilità.
Mantenere, nonostante tutto, lo status quo delle cose ci fa sentire al sicuro in un mondo che cambia continuamente, Ma resistere al cambiamento non è naturale.
La vita è un flusso continuo, e questa resistenza, negare questa realtà, può impedirci di evolvere e crescere, può diventare un ostacolo al progresso personale.
Il cambiamento è inevitabile e come lo viviamo dipende esclusivamente da noi.
Il Cambiamento come Opportunità
Possiamo percepire il cambiamento come una fine o come un’occasione per rinascere. Abbracciarlo con consapevolezza può trasformarsi in un’esperienza liberatoria, simile a una scarica di adrenalina.
Allentare la presa su ciò che era e lasciarsi trasportare dal flusso del cambiamento ci permette di vivere con più pienezza. Ogni momento può essere un punto di partenza, un’altra opportunità per costruire nuovi ricordi, nuove esperienze e una nuova versione di noi stessi.
Come Viviamo il Cambiamento?
La nostra percezione del cambiamento dipende dalla nostra prospettiva:
Come una perdita: Possiamo vederlo come una fine, qualcosa da temere e da evitare a tutti i costi.
Come una rinascita: Oppure possiamo accoglierlo come una seconda occasione, un’opportunità per ricominciare e reinventarci.
Lasciare Andare per Rinascere. Come Accettare il Cambiamento
Come Accettare il Cambiamento
Riconosci la tua Resistenza: Essere consapevoli delle proprie paure è il primo passo per affrontarle.
Pratica il Distacco: Impara a lasciar andare ciò che non ti serve più. Questo può significare persone, situazioni o abitudini.
Concentrati sul Presente: Il cambiamento è un’opportunità per vivere nel qui e ora, senza restare intrappolati nel passato.
Cerca il Supporto: Parlare con uno psicologo può aiutarti a gestire i sentimenti legati al cambiamento e a trasformarli in crescita.
Allentare la presa sul passato non è facile, ma è essenziale per vivere appieno. Se impariamo a lasciare andare, il cambiamento può diventare un’esperienza esaltante, un’adrenalina che ci spinge verso nuove opportunità. Ogni momento di cambiamento è una possibilità di rinascita, un’occasione per scoprire chi siamo davvero.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Il cambiamento non è qualcosa da temere, ma una realtà da accettare, accogliere e vivere con consapevolezza. Ogni trasformazione è un’opportunità per crescere, una nuova possibilità di vita, evolvere e riscoprire la quotidianità con occhi nuovi. Se impariamo a viverlo con apertura e coraggio, possiamo scoprire un mondo di opportunità che prima ci sembrava irraggiungibile.
Apri le dita, lascia andare e permetti al cambiamento di trasformarti….
“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento”
Charles Darwin – biologo, naturalista, geologo, esploratore
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2024/12/cambiamento-testata-min.jpg12801920Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-30 09:14:002025-04-16 17:18:14Il Cambiamento: La Costante della Vita e Come Abbracciarlo
“La cosa più difficile al mondo è essere se stessi in un mondo che cerca costantemente di farti essere qualcun altro”
Ralph Waldo Emerson – filosofo, scrittore, saggista
Bias della Conformità: Cos’è e Come Influenza le Nostre Decisioni
Bias della Conformità: Cos’è e Perché Accade
Il bias della conformità è un fenomeno psicologico che spiega la tendenza degli individui ad adeguarsi al comportamento o alle opinioni del gruppo, anche quando queste contraddicono le proprie convinzioni personali. Questo effetto è stato studiato approfonditamente dallo psicologo Solomon Asch negli anni ’50, attraverso una serie di esperimenti che sono diventati emblematici nella psicologia sociale.
Gli Esperimenti di Asch: Un Classico della Psicologia Sociale
Gli esperimenti di conformità di Asch hanno dimostrato come le dinamiche di gruppo possano influenzare il giudizio individuale.
La Procedura:
Ai partecipanti veniva mostrato un cartoncino con una linea di riferimento e un altro con tre linee di diversa lunghezza.
Il compito era semplice: identificare quale linea fosse della stessa lunghezza della linea di riferimento.
I partecipanti erano circondati da complici dell’esperimento, che deliberatamente davano risposte sbagliate.
I Risultati:
Circa il 37% dei partecipanti si conformava almeno una volta alle risposte sbagliate del gruppo.
Solo il 25% rimaneva completamente indipendente, dando sempre la risposta corretta.
Questi risultati dimostrano come la pressione del gruppo possa indurre una persona a mettere in discussione la propria percezione o a preferire l’accettazione sociale alla verità.
Perché Ci Conformiamo? Le Cause del Bias della Conformità
Esistono due principali motivazioni alla base del bias della conformità:
Influenza Normativa:
Questa avviene quando le persone si conformano per evitare il rifiuto o per sentirsi accettate dal gruppo. La paura del giudizio sociale gioca un ruolo cruciale in questo caso.
Influenza Informativa
Qui, gli individui credono che il gruppo abbia più informazioni o competenze e che seguire la maggioranza sia la scelta più sicura, anche a discapito delle proprie percezioni.
Esempi Pratici del Bias della Conformità nella Vita Quotidiana
Il bias della conformità si manifesta in molte situazioni comuni:
Moda e Tendenze: Adottiamo stili di abbigliamento popolari anche se non rispecchiano i nostri gusti.
Decisioni di Gruppo: Accettiamo decisioni che non condividiamo per evitare conflitti.
Opinioni Sociali: Cambiamo il nostro punto di vista per allinearci alla maggioranza.
Come Riconoscere e Superare il Bias della Conformità
Essere consapevoli del bias della conformità è il primo passo per limitarne l’influenza. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
Sviluppa il Pensiero Critico
Allenati a valutare le informazioni in modo indipendente, considerando i dati oggettivi prima di accettare l’opinione del gruppo.
Chiediti Perché
Prima di adeguarti a una decisione, chiediti se stai agendo per convinzione personale o per paura di essere escluso.
Circondati di Persone Aperte
Frequentare ambienti dove il confronto è incoraggiato può aiutarti a esprimere le tue idee senza timore di giudizi.
Conclusione: Abbraccia il Cambiamento
Il bias della conformità è un meccanismo psicologico potente che può influenzare profondamente le nostre decisioni. Comprenderlo ci permette di riconoscere quando ci stiamo conformando per pressione sociale e di prendere decisioni più autentiche e consapevoli. Sviluppare una maggiore consapevolezza è la chiave per mantenere la nostra indipendenza di pensiero.
Se vuoi saperne di più su come la psicologia sociale influisce sulle tue scelte, contattami o leggi altri articoli sul mio sito.
“Chi segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Chi cammina da solo, invece, arriverà in luoghi dove nessuno è mai stato”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/01/bias-conformita-scaled.jpg17072560Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-23 09:09:002025-04-16 17:18:36Bias della Conformità: Cos’è e Come Influenza le Nostre Decisioni
“Non possiamo controllare le malelingue degli altri; ma una vita retta ci consente di ignorarle”
Catone – politico, scrittore, militare
Non sei responsabile della versione di te che esiste nella mente degli altri
Capire il significato di questa frase
La frase “Non sei responsabile della versione di te che esiste nella mente degli altri” è un potente promemoria dell’importanza di non farsi condizionare dalle opinioni altrui.
Spesso, le persone creano un’immagine di noi basata su percezioni soggettive, esperienze personali e pregiudizi, emozioni del momento. Cercare di controllare questa immagine è un’impresa non solo impossibile, ma può risultare dannoso per il nostro benessere psicologico.
Perché non possiamo controllare la percezione degli altri
Il filtro delle esperienze personali
Ogni individuo interpreta la realtà attraverso il proprio vissuto, i propri valori e le proprie credenze.
Questo significa che la percezione che gli altri hanno di noi è influenzata da fattori che esulano COMPLETAMENTE dal nostro controllo.
Il bisogno di accettazione
Spesso sentiamo la pressione di dover soddisfare le aspettative altrui per sentirci accettati (sentirci, senzazione peronale, non è scontato che lo siamo davvero).
Questo può portarci a modificare il nostro comportamento o a reprimere la nostra autenticità, generando ansia e insoddisfazione, con il rischio di perseguire sogni e obiettivi altruri.
Liberarsi dal giudizio esterno
Accettare che non possiamo controllare ciò che gli altri pensano di noi è un passo fondamentale verso l’autenticità e il benessere emotivo.
Lavorare sull’autostima, sulla consapevolezza di sé, la conoscenza dei propri valori permette di ridurre il peso del giudizio altrui e di vivere in modo più libero e soddisfacente.
Come sviluppare una mentalità più libera
1. Lavorare sull’autostima
Una buona autostima aiuta a non dipendere dall’approvazione esterna. Investire su se stessi e sui propri valori è essenziale per costruire una solida fiducia personale.
2. Accettare che non possiamo piacere a tutti
Essere autentici significa inevitabilmente non essere apprezzati da tutti. Ma anche recitare una parte non porta ad essere stimati da tutti. Accettare questa realtà è liberatorio e aiuta a creare relazioni più sincere.
3. Praticare la mindfulness
La mindfulness aiuta a rimanere nel presente e a ridurre il peso delle preoccupazioni su ciò che gli altri pensano di noi.
Conclusione
Non possiamo controllare la percezione che gli altri hanno di noi, ma possiamo scegliere di vivere in modo autentico, senza farci condizionare dal giudizio esterno.
Accettare questo principio porta a una maggiore libertà emotiva e a una vita più appagante.
“Parlare male di qualcuno è spaventoso. Ma vi è qualcosa di peggio: non parlarne”
https://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/03/Non-sei-responsabile-della-1.jpg8532074Martina Chiereghinhttps://martinachiereghinpsicologa.com/wp-content/uploads/2025/10/MtC-logo-bluR.pngMartina Chiereghin2025-04-18 09:09:002025-04-16 17:22:48Non sei responsabile della versione di te che esiste nella mente degli altri
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