Biosistemica
“…con il termine «comunicazione ecologica» viene indicata l’applicazione dei principi ecologici alle relazioni umane: coltivare le risorse di ogni persona, rispettare la diversità e nello stesso tempo mantenere una coesione globale in modo che le persone possano agire insieme per un obiettivo comune […]. Pertanto le parole chiave della comunicazione ecologica sono: risorse, crescita, individualità e totalità. […]”
tratto da “La Comunicazione Ecologica” Jerome K. Liss
L’approccio biosistemico trae origine e fondazione dalle ricerche dello psicoterapeuta americano Jerome Liss. L’impostazione del piano terapeutico è influenzato dall’attiva collaborazione con Henri Laborit (neurofisiologia delle emozioni), Ronald Laing (psichiatria fenomenologica) e David Boadella (modello embriologico).
Il modello teorico Biosistemico può essere compreso attraverso le sue due componenti: biologica e sistemica.
Le radici biologiche dei nostri processi emotivi, vengono comprese secondo i concetti di numerosi ricercatori, tra cui due sono cruciali per la sostanza del modello:
Henry Labo Rit dimostra che un’inibizione prolungata dell’azione crea una serie di squilibri psicofisiologici inclusa la soppressione dell’adrenalina ed un anormale innalzamento dei corticosteroidi e della noradrenalina (tutti “ormoni dello stress”). Questo giustifica i metodi di “attivazione” della Terapia Biosistemica.
La ricerca di Ernst Gellhorn ha dimostrato che le componenti simpatiche e parasimpatiche del sistema nervoso autonomo (SNA) devono lavorare in alternanza al fine di mantenere in salute l’organismo.
Quando condizioni di stimolo creano disturbo nel SNA in modo tale che quest’alternanza si perda e venga sostituita dalla scarica “simultanea” di entrambi i sistemi, si osserva mancanza di coordinazione a livello psicologico e disagio emozionale.
Anche la teoria sistemica fornisce numerosi contributi alla Biosistemica. Essa aiuta ad integrare processi fisiologici complessi a livelli diversi di specificità molecolare, tissutale, organico, ed a scoprire le loro interconnessioni con campi differenti nelle funzioni mentali: logico-verbale, immaginativo-visivo, ecc. Permette di connettere tra loro processi di natura diversa in unità complesse di ordine superiore, in sistemi caratterizzati da un’organizzazione di parti in reciproca alterazione. E’ così possibile riflettere ed intervenire non solo sui processi individuali ma anche su livelli più complessi, come le relazioni familiari, o quelle professionali, fino a trattare questioni riguardanti gruppi e comunità.
Questo è un aspetto originale dell’approccio biosistemico perchè consente di intervenire in contesti di coppia e di gruppo con un modello psicocorporeo che permette di leggere la maggiore complessità dei fenomeni relazionali e di organizzazione con strumenti che connettono gli elementi verbali allo scenario globale fatto di movimenti, posture e vissuti corporei.
Fonte: Società Italiana di Biosistemica